Riforma Pensioni: il giudizio dell'Anis, tra rilievi e proposte

Gli Industriali chiedono equità e sostenibilità, perché non siano penalizzate le imprese con l'aumento del costo del lavoro

Riforma Pensioni: il giudizio dell'Anis, tra rilievi e proposte.

Il confronto fra le parti prosegue, concluso un primo esame delle proposte con le associazioni datoriali. Per Anis, una riforma che mira a “trattenere i lavoratori in attività (quota 103) e a rendere la ritenuta di solidarietà riparametrata sulle diverse fasce di reddito da pensione”, in attesa degli effetti nel tempo del provvedimento. Dunque, una scelta che per gli Industriali “non dà risposta sufficiente al disavanzo tra entrate contributive e uscite per pagare alle pensione, ricordando che il disavanzo per il 2021 è di 22 milioni, al netto del contributo dello Stato di 29 milioni”. Critiche e suggerimenti entrando nel merito, in particolare in due direzioni: da un lato, Anis ritiene vada rivisto il tetto pensionistico, oggi fissato a 47mila euro, (47.110,57 euro) perché – dice – colpisce in maniera sproporzionata i dirigenti, finendo per essere un ostacolo alla attrazione di queste figure. Ancora, si chiede di evitare l'aumento dei contributi a carico delle imprese per non “perdere competitività in termini di costo del lavoro. “Prima di aumentare le aliquote – chiede Anis – visto che i fondi assegni familiari e malattia registrano residui attivi significativi, riteniamo opportuno trasferire tali risorse al fondo pensioni”.

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