Riforma tributaria, una partita ancora tutta da giocare
Parte dal negoziato, Tura, che ha impegnato CSU e maggioranza alla vigilia della Commissione Consiliare. “Negoziato che – spiega – sulla spinta dell’impetuosa partecipazione popolare allo sciopero generale di settembre, ha raggiunto diversi risultati sul fronte dell’equità della tassazione dei lavoratori dipendenti con l’introduzione di una no-tax area di 12mila euro, il notevole abbassamento delle aliquote fiscali inizialmente decise dal governo e il superamento della discriminazione fiscale per i lavoratori frontalieri. Ovvero, tre nodi cruciali delle proposte messe sul tavolo dal sindacato”.
Nello stesso tempo, il negoziato ha lasciato aperta la partita sull’accertamento dei redditi. “Una partita tutta da giocare”, sottolinea il segretario della CDLS riferendosi al varo della Commissione formata da Governo, sindacato e categorie economiche: “Commissione che ha il preciso obiettivo di monitorare il funzionamento della nuova Legge, e in particolare l’efficacia degli strumenti messi in campo per far emergere i redditi reali di tutti i contribuenti”.
Poi avverte: “C’è stato il tentativo di minimizzare o addirittura banalizzare il risultato della Commissione, ma è l’errore di chi non vuole cogliere la sfida di una legge che si presenta ancora come un ‘cantiere aperto’. Di chi, per calcolo miope, non vuole riconoscere che siamo davanti ad un progetto legislativo che non è terminato con il voto in Consiglio, ma che avrà la necessità di continue verifiche e periodici assestamenti”.
Per Marco Tura, insomma, la scelta del sindacato è stata quella di “rimboccarsi le maniche” e “seguire passo passo” gli effetti della riforma fiscale, soprattutto l’efficacia degli strumenti e dei controlli per contrastare l’evasione fiscale: “A partire dall’obbligo dell’utilizzo della Smac Card, dalla tassazione dei dividendi societari e della facoltà per l’Ufficio Tributario di accedere alle informazioni economiche e patrimoniali di tutte le banche dati della PA ed enti”
“Del resto – conclude il segretario CDLS - non si poteva certo ripetere il tragico errore, commesso dalla politica lo scorso anno, di far naufragare una riforma attesa da quasi trent’anni. Con il concreto rischio di aggravare il già pesante debito pubblico, spostare l’aumento fiscale sui redditi da lavoro nelle leggi finanziarie e fare un altro regalo a chi ha sempre pagato poco ed evaso molto”.
Comunicato stampa