Rimini: Fiera, dipendenti in sciopero, l'ente contrattacca
Alla vigilia dell''apertura di Rimini Wellness incrociano le braccia i dipendenti di Rimini Fiera. La Filcams-Cgil e la Fisascat-Cisl provinciali, assieme alla Rsu, proclamano infatti per domani mercoledi' 1^ giugno una mezza giornata di sciopero. L'obiettivo e'' sostenere il rinnovo del Contratto integrativo aziendale. Nessuna ripercussione sulla manifestazione, assicurano dalla societa': verra' infatti garantito "il pieno e regolare funzionamento delle operazioni di allestimento". L''ultimo rinnovo contrattuale, ricordano i sindacati, risale a oltre tre anni fa e fu sottoscritto in tribunale durante il ricorso delle parti sociali per condotta antisindacale. Ora, proseguono, gli scenari economici per la partecipata presieduta da Lorenzo Cagnoni sono "diversi". E da otto mesi e' scattata la trattativa per l'"armonizzazione" contrattuale, ma il confronto non evolve per via, sostengono ii sindacati, di un atteggiamento aziendale "pregiudiziale". I dipendenti al momento hanno "differenze economiche-normative" in base alla data di assunzione. E le parti sociali chiedono "un adeguato impegno economico da parte della Fiera" per garantire equita', sentendosi invece offrire "una mera partita di giro tra gli stessi lavoratori". La Fiera rilancia al mittente le accuse e intanto registra un "oggettivo innalzamento dei livelli di confronto indotto dalle decisioni assunte", rimanendo "disponibile a proseguire nella trattativa, con la flessibilita' gia' dimostrata nelle diverse proposte nel tempo consegnate ai rappresentanti dei lavoratori". L''intento, proseguono dal Quartiere fieristico, che "applica a tutti i lavoratori un contratto integrativo che non ha eguali in provincia, e' di ottenere trattamenti piu' equi tra i lavoratori". Da qui la proposta di "investire risorse economiche aziendali in meccanismi che favoriscano la produttivita' e di dirottare altre risorse da privilegi goduti da pochi, come l''orario di lavoro di 36 ore settimanali, a favore di trattamenti beneficiati da tutti". Insomma "non ci sono pregiudiziali", mentre "dai lavoratori non sono state consegnate proposte concrete". E di certo, conclude la Fiera, "flessibilita'' non puo' significare la rinuncia a ogni aspirazione a un contratto piu' equo e in grado di affrontare le sfide del futuro piuttosto che rincorrere i privilegi del passato"
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