Rimini: imprese in difficoltà, ma la caduta pare essersi fermata

Meno tasse, compresi i tributi locali; meno burocrazia; pagamenti certi da parte delle pubbliche amministrazioni. Tre mosse che il presidente di Confindustria Rimini Paolo Maggioli propone per far ripartire l'economia in provincia. Economia che - anche se Rimini è una città emblema del turismo – ha il manifatturiero come voce principale nella composizione del Pil. Come dire: se non va il settore industriale, non va l'intera economia. Dall'analisi di Confindustria Rimini emerge che nei primi sei mesi del 2013 il fatturato - rispetto al primo semestre 2012 - è diminuito dello 0,4%, la produzione è cresciuta dell'1% e l'occupazione è diminuita dell'1,16%. Le attese degli imprenditori per il secondo semestre del 2013 sono contraddittorie e le aziende, in maggioranza, prevedono ordinativi stabili o in lieve rialzo. Ma si nota già, e ci si attende in futuro, una diminuzione dell'export che, durante gli anni della crisi, era l'unico indicatore in crescita che ha attutito la caduta della domanda interna. La crisi dunque non è finita e l'impresa soffre anche di “credit crunch”: le banche - secondo gli imprenditori – non sostengono il rischio d'impresa e quando lo fanno chiedono interessi eccessivi sui mutui e sui prestiti.

Luca Salvatori

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