Rinnovo contratto dipendenti pubblici: la Csu ribadisce il "no" ai possibili tagli agli stipendi

Quella del rinnovo contrattuale per i dipendenti della pubblica amministrazione è una partita aperta che si intreccia con la spending review annunciata e i tavoli di confronto tra sindacati e Governo. L'ultimo incontro tra le parti è avvenuto il 7 febbraio scorso.

Per il momento non sono emerse novità cruciali, ma dall'esecutivo di recente sono arrivati segnali di apertura, specie sulla richiesta dei sindacati di avere più tempo per negoziare. Disponibilità riconosciuta dai rappresentanti dei lavoratori che restano però fermi sulle loro rivendicazioni, in primis il “no” al possibile taglio degli stipendi.

A fine gennaio il segretario di Stato agli Interni, Guerrino Zanotti, aveva avanzato l'ipotesi di non intervenire direttamente sulle retribuzioni, ma di ridurre i costi rendendo la Pa meno “ridondante”, magari con accorpamenti e semplificazioni. I rappresentanti dei lavoratori aspettano i dati sulle spese generali della macchina pubblica, in modo che si intervenga su altre voci piuttosto che sugli stipendi.

“Siamo contrari ai tagli – afferma Milena Frulli, segretario della Fpi-Cdls - perché negli ultimi 10 anni le retribuzioni hanno già subito una battuta d'arresto con inflazione” e mancati adeguamenti contrattuali. Si sta quindi definendo un nuovo documento con le proposte, aspettando la riunione col Governo.

Da ambienti sindacali emerge anche una sorta di insoddisfazione mista a delusione per iniziative come il Comitato strategico promosso da Abs nel quale è rimasto in piedi, fanno sapere, solo un gruppo tecnico.

mt

Nel servizio, l'intervista ad Antonio Bacciocchi, segretario della Federazione pubblico impiego della Csdl

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