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Al rinnovo del contratto industria molte aziende in crisi

26 dic 2004
Al rinnovo del contratto industria molte aziende in crisi
E’ un Natale amaro per alcuni lavoratori. Si allunga l’elenco delle industrie in crisi e aumentano i disoccupati. Pochi giorni fa ha chiuso i battenti la Domina Cucine di Faetano che ha trasferito l’attività in Veneto. Senza lavoro si sono ritrovati 9 dipendenti, 7 sammarinesi e 2 frontalieri. Per alcuni si sono aperte nuove possibilità di impiego, per altri le porte della mobilità o della cassa integrazione. Difficoltà anche alla CPS, settore meccanico: su 13 lavoratori due hanno perso il posto, alla società B&AR, grafica pubblicitaria, che lascia a casa un dipendente su due e all’Innova, consulenza commerciale, con un licenziato su due dipendenti. E poi c’è la piaga del lavoro nero. Aziende che aprono e chiudono e non pagano i dipendenti. In un anno il sindacato raccoglie piu di 30 segnalazioni per episodi di lavoro nero, o irregolari. E’ il caso della commessa truffata, un fatto emerso pochi giorni fa. Dopo due mesi di lavoro la ragazza si è ritrovata con l’azienda chiusa e senza stipendio. Feste natalizie complicate anche per il sindacato. La segreteria allargata della csdl ha rigettato la legge presentata dall’esecutivo per la promozione e lo sviluppo dell’occupazione. Per il sindacato si cancellano anche i presupposti del contratto industria 2002 in quanto sancisce la precarietà per gli italiani e anche per i sammarinesi. Piu’ contenuta l’analisi della Cdls. La confederazione democratica non si sbilancia in un giudizio positivo ma ritiene la legge una base di partenza, pur affermando che la precarieta’ è il primo punto di discussione. E il 13 gennaio è previsto il primo appuntamento con il governo per un confronto che già si presenta difficile. Il documento invece raccoglie il giudizio positivo dell’Associazione Industriali perché, dicono, finalmente si introducono istituti già previsti in altri paesi, Italia in primis, come, ad esempio, quelli contenuti nella riforma Biagi. L’unica crica dell’Anis è in senso opposto a quella della Csdl: sono ancora troppi i vincoli per i datori di lavoro.

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