Riunione fra il Comitato per il Credito, Banca Centrale e l’Associazione Bancaria Sammarinese
Sul tavolo del Governo, ma anche su quello di Banca Centrale, c’è la richiesta degli istituti di credito della Repubblica per assicurare canali di accesso al credito. Il calo della raccolta è consistente, si attesta intorno al 35%, a causa dello scudo fiscale, che ha fatto uscire oltre 5 miliardi di denaro contante dalle casse delle banche che operano sul territorio, ma anche della minor attrattiva del sistema. La percentuale del denaro impiegato dalle banche è alta e per garantire stabilità ma soprattutto serenità, servono nuovi canali di approvvigionamento a cui fare riferimento in caso di necessità. C’è chi pensa ai grandi istituti finanziari europei, chi alle banche italiane di un certo peso e chi, invece, al Fondo Monetario Internazionale. L’organismo di Washington interviene finanziando i Paesi membri quando questi si trovano in una condizione di crisi finanziaria. Secondo le proprie norme le Banche Centrali hanno facoltà di erogare direttamente tali prestiti fino alla cifra massima di 300 milioni di euro. Oltre tale limite devono essere gli esperti dell’FMI a pronunciarsi in merito. San Marino sta facendo i conti con un bilancio che si appresta a registrare numeri in rosso a più zeri, con un deficit che potrebbe superare i 70 milioni di euro. Di qui la decisione di incaricare Banca Centrale di mettere a punto un report che fotografi la situazione attuale del sistema bancario e finanziario, sul quale il Governo, come ha sottolineato il Segretario di Stato alle Finanze, “ragionerà sulle misure da adottare per aprire nuove prospettive di sviluppo al settore delle banche”. Valenti non esclude che si possa arrivare anche ad un ridimensionamento o ad un accorpamento delle banche che operano in Repubblica.
Sergio Barducci
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