La condizione dei frontalieri in una storia: quella di uno stabilizzato che dopo 24 anni, perde il lavoro, cambia azienda, ma deve ricominciare da capo: contratti di 6 mesi in 6 mesi. Alla base delle rivendicazioni stanno il malcontento per la discriminazione e la mancanza di prospettive, visto che le soluzioni da tempo auspicate non arrivano. L’assemblea conferma la strategia della protesta: prosegue lo sciopero dei consumi; si chiede lotta all’evasione per quegli italiani che,impiegati a San Marino, non pagano le tasse in Italia “a scapito di tutti” è stato detto. Sul fronte sammarinese, accanto alle nuove disposizioni sulla stabilizzazione, nel mirino è ancora l’articolo 56 della finanziaria – che dovrebbe essere superato da una riforma, la tributaria, che però tarda ad arrivare – per cui torna l’idea del ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo contro la disparità di trattamento fra lavoratori. In sospeso il capitolo franchigia: abbassata a 6.700 euro, ma – dice il portavoce del Coordinamento, Maurizio Morigi – nessuna garanzia per il prossimo anno”. Comitato che, all’assenza di risposte della politica, oppone la voglia di contare di più: annuncia la sua costituzione in Associazione e chiede più partecipazione “Siamo oltre 5000, non si capisce perché a mobilitarsi siano solo un centinaio”. Con i frontalieri anche l’Unione Sammarinese del Lavoratori, con Francesca Busignani che propone di tutelare la categoria con una legge ad hoc.
Annamaria Sirotti
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