San Marino: la CSU lancia l’allarme prezzi
“Nei giorni scorsi - ricordano Merlini e Stefanelli - sono stati diffusi alcuni comunicati tendenti a minimizzare questo fenomeno, ma le persone che abitualmente fanno acquisti sia in territorio che nel circondario continuano a denunciare, nonostante la scoutistica, prezzi ingiustificatamente più alti a San Marino. Differenza che è destinata ad aumentare ulteriormente se chi applica gli sconti Smac abbandona il circuito. Fatto ancor più grave, è che questi aumenti riguardano i beni alimentari”.
Denuncia già avanzata nei giorni scorsi dalle associazioni consumatori sammarinesi (ASDICO e Sportello Consumatori), che le associazioni di categoria hanno immediatamente smentito. “Ebbene - sottolineano i sindacalisti di CSdL e CDLS - i dati diffusi dagli Uffici di Statistica di Rimini e San Marino danno pienamente ragione alle asso consumatori: nel 2013 e nel 2014 i prezzi a Rimini sono rispettivamente saliti del 2,1% e scesi del 0,1%, mentre nella RSM sono saliti del 5,5% e del 2,9%. Una differenza di ben il 6,4% in due anni, in tempi di stagnazione, è inaccettabile. Pur ammettendo che in un territorio piccolo come il nostro le variabili sono diverse, di fronte a un tale fenomeno occorrerà proporre l'introduzione di correttivi, come il ritorno alle deduzioni forfetarie per i lavoratori dipendenti e i pensionati, per far sì che i contribuenti possano fare la spesa dove conviene, evitando che le deduzioni fiscali di fatto finiscano per essere vanificate dai prezzi più alti che si registrano a San Marino”.
“L’impressione - continuano - è che alla base di questa tendenza vi sia anche il fatto che molte persone, anche volendo, non possono scegliere di fare acquisti lontano dalle proprie abitazioni, e qualcuno se ne stia approfittando. Ora, anche le deduzioni fiscali riconosciute per le sole spese effettuate in territorio probabilmente contribuiscono ad alimentare le rendite di posizione”.
Sulle continue polemiche anti-Smac, Merlini e Stefanelli concordano sulla necessità di rendere ilo sistema il più efficiente possibile, “ma è bene ricordare che sono state le stesse categorie economiche, spalleggiate dal Governo, a pretendere che le deduzioni fiscali forfetarie per i lavoratori dipendenti e i pensionati diventassero ora riconosciute solo se documentate attraverso le spese effettuate in territorio. È stato quindi necessario trasformare la Smac, oltre che in un sistema di accertamento dei ricavi degli operatori economici, anche per il riscontro delle spese effettuate in territorio e deducibili per i contribuenti. Pertanto non si capisce il perdurare delle lamentele rispetto al fatto che si sia snaturato lo scopo posto alla base dell’introduzione della Smac diversi anni fa (ovvero la scontistica e i relativi incentivi per sammarinesi e non), quando ciò era chiaro a tutti fin dall’inizio dell’iter della riforma tributaria”.
“Anche la CSU - concludono - non si è opposta a tale svolta, ma non ha mai nascosto alcune preoccupazioni che si stanno verificando fondate. Oltre al pericolo dell'aumento dei prezzi, ci sono infatti anche difetti sul versante dell’equità.
Un esempio su tutti: i lavoratori non possono dedurre l’acquisto dell’automobile, mentre le imprese sì, seppure con alcune limitazioni. L’auto aziendale viene però puntualmente impiegata anche ad uso personale, con il paradosso che i soci che risultano dipendenti della loro stessa società si avvalgono sia delle deduzioni da lavoro subordinato che di quelle riconosciute alle aziende. Stortura che, tra le altre, proporremo di correggere”.
comunicato stampa
Centrale Sindacale Unitaria