Scatta da oggi lo scudo fiscale deciso da Tremonti per l’emersione dei capitali detenuti dagli italiani all’estero. Per i capitali detenuti a San Marino l’unica opzione è il rimpatrio in Italia. Questa l’interpretazione dello scudo fiscale, secondo la bozza di circolare dell’Agenzia delle Entrate che precisa: “la regolarizzazione è consentita invece quando i capitali si trovano in un paese dell’Unione Europea o dello spazio economico europeo” come per esempio il Lussemburgo. In realtà a dominare, per il momento, è l’incertezza anche perché se San Marino firmerà a breve – come annunciato dal Governo – gli accordi con l’Italia, ci sarebbe effettivo scambio di informazioni fiscali e quindi dovrebbe essere consentita anche la regolarizzazione. In ogni caso c’è tempo fino al 15 aprile 2010 e la prossima settimana la circolare interpretativa dell’Agenzia delle Entrate verrà pubblicata nella sua stesura definitiva. La differenza tra regolarizzazione e rimpatrio è che optando per la regolarizzazione il capitale emerso può essere detenuto all’estero, mentre nel caso del rimpatrio è obbligatorio trasferirlo in Italia. Secondo stime diffuse nei mesi scorsi, lo scudo fiscale potrebbe determinare un calo nella raccolta del sistema bancario sammarinese - attualmente a 13,7 miliardi - di circa 2 miliardi di euro. La misura non riguarda solo il settore bancario, ma anche i capitali immobiliari, le opere d’arte e gli yacht detenuti dagli italiani in un paese straniero.
Luca Salvatori
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