Alla provincia di Rimini la serata organizzata dalle associazioni riminesi e di San Marino. Roberto Galullo sgombera subito il campo: “se continuate a chiedervi se c’è la mafia a Rimini e a San Marino non si va da nessuna parte” . Parla di organizzazioni radicate nel territorio, legate alla ‘Ndrangheta, presenti con professionisti insospettabili con un unico scopo: accumulare soldi e investirli. Poi uno sguardo al Titano. Per l’ inviato de “IL sole24ore” ha i “ forzieri pieni dei proventi di cosa nostra”. Ivan Foschi ammette che in passato il sistema sammarinese era permeabile alle infiltrazioni mafiose, ma da allora molto è stato fatto. Dalle leggi di contrasto al riciclaggio alla creazione degli uffici di controllo. Fino al più recente pacchetto trasparenza. “Ma c’è ancora molto da fare, dice l’ ex segretario alla giustizia – come potenziare il tribunale e gli aspetti investigativi”. Galullo apprezza il tentativo di alcuni politici verso la trasparenza, “ma allo stesso tempo – dice- arrivano segnali contrari”. quello più eclatante è il casinò. Quando il Gafi, gruppo di azione finanziaria internazionale lo mette tra i primi punti a rischio riciclaggio, insieme alle società di calcio. Poi il segreto bancario, “che san Marino tutelerà– dice il giornalista - per chissà quanto tempo”. Non risparmia critiche neppure alla legge del 2008 sul segreto istruttorio, opera della Segreteria Foschi, poi riconosce: “È paradossale fare la pulci a San Marino quando l’ Italia è la prima a tutelare la criminalità economica”.
Giovanna Bartolucci
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