Il settore creditizio in Emilia Romagna soffre

Il settore creditizio in Emilia Romagna soffre.
Un quadro scuro, quello dipinto nel quinto rapporto annuale sul credito e sull’economia dell’Emilia Romagna. Chiudono numerosi sportelli bancari, diminuisce la raccolta e aumentano le perdite sui prestiti. Senza dimenticare gli istituti commissariati da Bankitalia, al momento 4 anche se Delta sta uscendo dalle pastoie, ma restano BerBanca, Carim, Credito di Romagna, ed altri sei che chiudono in rosso l’esercizio 2010. Anche se l’Emilia Romagna resta la seconda regione italiana per numero di sportelli bancari in rapporto alla popolazione residente, con un’agenzia ogni 1.250 abitanti e con ben 4 province nelle prime 10 posizioni, ossia Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e Bologna, sono però salite, rispetto alla media nazionale, le sofferenze. Trend negativo anche per i depositi: la media nazionale ha visto un calo, nel 2010, dello 0,6%, con 4 province negative, ossia Parma, Modena, Rimini e Piacenza, a fronte di un dato nazionale che invece cresce dello 0,5%. Indica che le famiglie non riescono più a risparmiare. Poco lusinghieri anche i dati sui lavoratori, con un tasso di disoccupazione del settore passato da 4,8% del 2009 al 5,7% del 2010.

Francesca Biliotti

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