La legge sulla sicurezza sul lavoro a San Marino compie 10 anni. Fu approvata nel 1998 sulla base della 626 italiana che a sua volta fa riferimento alla legislazione europea. Mentre in Europa, però, gli incidenti diminuiscono, il conteggio degli infortuni sul lavoro in Italia assomiglia ad un bollettino di guerra: 1326 persone, solo nel 2007 hanno perso la vita sul lavoro. A San Marino, lo scorso anno, l’Ufficio di Igiene Ambientale ha rilevato 793 infortuni. Negli ultimi 15 anni i morti sono stati 11. Per tracciare un bilancio della legge quadro 31/98 e fare i conti con gli impegni rimasti sulla carta, la Segreteria di Stato per la Sanità ha messo a confronto istituzioni, tecnici, imprese e sindacato. E’ la prima tappa di un percorso che vedrà giornate di studio per formare le persone coinvolte, iniziative in collaborazione con la scuola, informazioni sulle imprese a basso rischio. Tra le cose ancora da fare c’è la mancata applicazione del disposto legislativo che prevede di monitorare i dati sugli infortuni e gli standard di sicurezza, così come resta da varare il decreto previsto dalla legge per codificare il disagio sui posti di lavoro. Resta da risolvere anche il problema della prescrizione dei processi penali per gli infortuni, con tempi certi per l’istruttoria. La salute, ha sottolineato il Segretario di Stato per la sanità Mauro Chiaruzzi, non è assenza di malattie ma uno stato di completo benessere fisico, mentale, sociale. A San Marino, ha detto, non è necessario predisporre un Testo Unico ma “accordi-quadro” che permettano di affrontare i rischi e i problemi legati alle varie professioni. Prevenzione dunque per i lavoratori di oggi e per chi lo diventerà domani, perché la cultura della sicurezza diventi sempre di più una cosa “naturale”.
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