Sindacati contrari ai referendum sul mercato del lavoro

Sindacati contrari ai referendum sul mercato del lavoro.
Sulla scala mobile il problema è storico. La sua abolizione è legata all’esigenza di lasciare spazio alla contrattazione individuale. La Cdls è contraria alla sua reintroduzione: “l’inflazione va combattuta non inseguita”, conclude. Sull abolizione di due articoli della legge sul mercato del lavoro, la confederazione democratica ritiene che la normativa è migliorabile, ma il percorso più corretto resta la concertazione. Un referendum o altre forme come la riscrittura in toto è pericoloso. Inoltre dall’ ultimo rapporto sull’ occupazione i numeri dicono che la nuova legge non ha incentivato la precarietà, ed ha arginato il lavoro interinale a un centinaio di posizioni.
Contrario alla scala mobile anche Giuliano Tamagnini, della Csdl: "l’introduzione di un sistema di indicizzazione automatica delle retribuzioni in un momento storico di bassi tassi di inflazione non credo serva a gran che. Ma il dato sul quale pone l’accento è che la retribuzione possa divenire oggetto prima di un referendum istituzionale dove tutti voteranno e poi di una legge dello Stato. La sua reintroduzione vanificherebbe il ruolo delle parti su una materia di propria stretta pertinenza, introducendo un principio pericolosissimo, cioè che nella contrattazione possa intervenire altri soggetti esterni".
Un quesito che il segretario confederale ritiene non ammissibile in quanto non riguarda una materia legislativa, ma un aspetto privato di contrattazione delle parti.

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