Gli infermieri protestano e le federazioni sindacali del pubblico impiego chiedono un incontro con il Governo, elencando una lunga serie di problemi e di disorganizzazione. La denuncia principale è legata alla gestione del personale infermieristico ritenuta non coordinata, non basata su regole chiare e per la quale, le figure legate a questa responsabilità, non contribuiscono in maniera dovuta. Manca, denunciano, una proposta operativa, per i turni di lavoro si prevedono soluzioni pasticciate. Nella lettera, inviata all’esecutivo e ai vertici dell’Iss, si sottolinea anche il trattamento discriminatorio riservato agli infermieri con contratto forense e si respinge, ancora una volta, il tentativo di modifica delle modalità di godimento e di conteggio dei giorni di congedo ordinario. In attesa di prendere materialmente visione della lettera, il direttore amministrativo dell’istituto per la sicurezza sociale Antonio Carattoni, parte dall’ultimo punto sollevato dagli infermieri per ricordare che, nel godimento del congedo ordinario si è da tempo instaurata una prassi per cui chi, per ragioni di lavoro, ha il turno di riposo infrasettimanale, quando va in ferie usufruisce di ulteriori due giorni, regolarmente pagati e non conteggiati come ferie. Se ad esempio, una persona riposa nei giorni di giovedì e venerdì e va in ferie dal lunedì successivo, i giorni mancanti di sabato e domenica non vengono considerati ferie. Carattoni ricorda di aver posto da tempo la questione fra le materie da regolamentare anche perché potrebbero esserci riscontri di legalità contabile. Il problema della gestione, prosegue il direttore dell’Iss, è legato al discorso abituale, come avviene d’estate, di far coincidere le esigenze del personale con quelle del servizio. Per 2 anni è stato fatto un assemblaggio, mettendo chirurgia e ortopedia nello stesso reparto fisico. Adesso si pensa che l’esperimento possa funzionare in via permanente, pur con alcuni accorgimenti, prima di tutto di carattere infrastrutturale. Questo permette di avere necessità di un minor numero di infermieri in turno. Carattoni conferma l’esistenza di un problema sugli interpelli, dal momento che l’accordo sindacale prevede, finora, il solo criterio dell’anzianità, mentre la complessità dei servizi rende necessario discutere su un ventaglio professionale più ampio.
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