Il Sole 24 ore: a San Marino è scontro tra i poteri forti sulle banche
Per Stefano Elli quella che si combatte a San Marino, senza esclusione di colpi, è la battaglia per il controllo delle leve di comando della finanza del Paese e delle sue banche. Al centro della contesa la spartizione degli Npl: quasi due miliardi in gran parte in capo alla Cassa di Risparmio e al gruppo Delta, commissariato dopo l’inchiesta “Varano” della Procura di Forlì. Il giornalista de “Il Sole 24 ore” ricostruisce gli ultimi fatti partendo dal commissariamento di Asset, altro istituto discusso per una analoga indagine battezzata «Re nero» della stessa procura. Il processo è in corso a Forlì. Il provvedimento della vigilanza di Banca Centrale, scrive Elli, è stato motivato con una condanna per riciclaggio dei vertici della banca che la difesa ridimensiona in una sanzione pecuniaria da poco più di 5mila euro e da una segnalazione di operazione sospetta datata febbraio 2017. Dopo il commissariamento, aggiunge, la liquidità nelle casse di Asset Banca si sta assottigliando in maniera progressiva. Un’emorragia che se dovesse continuare potrebbe portare nuovi problemi a un sistema già provato da tre scudi fiscali e una voluntary disclosure. Questo mentre sul Titano si accentua la divaricazione delle posizioni fra Abs e gli altri poteri forti che – puntualizza Elli - individuano nell’immobiliarista Marino Grandoni il proprio capocordata. Matteo Mularoni ha presentato un progetto che mirava a trattenere all’interno la gestione degli Npl affidando a un soggetto specializzato la loro gestione; progetto, prosegue l'articolo, osteggiato dall’altra cordata più orientata a cedere l’intero pacchetto all’esterno per un prezzo forse inferiore ma con un realizzo immediato. In tutto questo il ruolo di Banca Centrale e il suo ruolo di arbitro super partes viene messo in discussione da molti. In particolare, puntualizza Elli, il ruolo del suo presidente, l’egiziano Wafik Grais, descritto come amministratore di una società avente la stessa sede lussemburghese di due società di Grandoni. Né la situazione interna a via del Voltone appare del tutto tranquilla, dopo che almeno 5 funzionari della vigilanza hanno deciso più o meno autonomamente di allontanarsi dalla loro funzioni. L'ultimo è Maurizio Pappalardo, autore della verifica in Asset che sembra abbia lasciato la sua posizione subito dopo l’ispezione. Luca Davi e Marco Ferrando ripercorrono invece il filo rosso che sembra legare le banche del Titano a quelle che gravitano nelle province di Rimini, Forlì o Cesena, luoghi caratterizzati da una delle concentrazioni di sportelli bancari più alti d'Italia e che, negli ultimi anni, complice la crisi del mercato immobiliare e non solo, sono cadute una dietro l'altra. I legami più evidenti con il Titano vengono individuati negli ex vertici di banca Marche, coinvolti in un doppio crac di due aziende “sorelle” di San Marino, la Make e la Titan Bagno, mentre l'ex dg Massimo Bianconi è stato rinviato a giudizio con l'accusa di corruzione tra privati.
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