La comunicazione è generica, una richiesta di incontro per chiarire alcune posizioni. Ma sufficiente a scatenare un piccolo terremoto nell’universo frontalieri. Il fisco riminese li sta convocando singolarmente per sapere da dove arrivano certi redditi, dal momento che, incrociando i dati con Inps e Ausl, il lavoratore o pensionato in questione, non risulta, per loro, aver avuto una occupazione negli ultimi anni. E’ il caso delle pensioni in convenzione, per quelli che hanno maturato contributi in entrambi gli Stati. Le due realtà a livello di istituzioni previdenziali, comunicano, peccato che il lavoratore, ora a riposo, non abbia pagato la doppia imposizione e quindi non riesca a giustificare la pensione anche dal Titano. Nuovo incrocio di dati con l’azienda sanitaria. Dopo che alcuni lavoratori, per protesta contro la cosiddetta tassa etnica, hanno presentato il modulo Ismar 5, che riversa in Italia le trattenute sanitarie, certificando di fatto un rapporto di lavoro, senza fare la corrispettiva dichiarazione in Italia. Qualche caso potrebbe riguardare anche chi, lavorando a termine in territorio, abbia poi chiesto la disoccupazione nel comune di residenza.
Giovanna Bartolucci
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