La Svizzera guarda a San Marino

Per la prima volta la Svizzera guarda a San Marino e condiziona le sue relazioni finanziarie a quelle della piccola Repubblica. Lo fa preparandosi ad accogliere gli standard Ocse, in particolare sullo scambio di informazioni. Un percorso di avvicinamento che vede la Confederazione Elvetica impegnata in trattative bilaterali con i paesi confinanti, come Germania, Francia e Italia. Con loro il Governo di Berna ha intavolato consultazioni per arrivare alla firma di accordi che consentano al sistema finanziario svizzero di proseguire nella sua operatività senza scossoni insostenibili. Ed è in questa fase che spunta la Repubblica di San Marino. Berna chiede a Roma di poter rivedere il trattato contro le doppie imposizioni fiscali in vigore tra i due Paesi, ma solo se l’Italia concluderà un accordo analogo con la Repubblica di San Marino. Diversamente, nulla da fare. Troppo alto il rischio per la piazza finanziaria elvetica di perdere fette significative di mercato e di mandare in crisi banche e finanziarie. Se San Marino firmerà un accordo del tutto simile, allora la Svizzera accetterà lo scambio automatico di informazioni. Come il Titano anche la Svizzera è alle prese con le pressioni del G20 e si trova nella lista grigia, quella dei paesi sotto osservazione.
“E’ naturale che fra Paesi si guardi a cosa fanno gli altri – afferma il Segretario di Stato alle Finanze, Gabriele Gatti – tanto più in una fase delicata come questa”. Gatti ricorda che San marino si trova sotto procedura rafforzata da parte del Moneyval e si dice convinto che l’accordo in via di definizione con l’Italia possa portare un contributo fattivo allo sviluppo economico e finanziario della Repubblica.

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