Tempi stretti per la manovra economica in Italia, a partire dal Def
Tempi stretti per il Documento di economia e finanza, sul quale la maggioranza discute per decidere come reperire i fondi necessari a tradurre in atti concreti le promesse elettorali. Entro giovedì la nota di aggiornamento del Def dovrebbe essere pubblicata: le Camere dovranno poi votare una risoluzione per dargli via libera.
A tal proposito, si è tenuto un lungo vertice serale a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Conte, il ministro dell'Economia Tria e il Ragioniere dello Stato Daniele Franco: nulla di ufficiale ma le forze di governo sembrano convergere su un deficit all'1,9%, superiore dunque all'1,6% previsto e sul quale il ministro Tria sembrava irremovibile.
Lega e M5S invece vogliono alzare l'asticella perché servono miliardi per portare a casa qualche risultato promesso. Il blocco degli aumenti Iva è necessario per evitare che le aliquote al 10 e al 22% si innalzino all'11,5 e al 24%. Il reddito di cittadinanza, partendo da una riforma dei centri per l'impiego, costerà 10 miliardi; le pensioni a quota 100, con un minimo di 62 anni di età e 36/37 di contributi costerà 7 miliardi; la flat tax al 15% per le partite Iva costerà 1 miliardo e mezzo. Poi c'è la pace fiscale, una sorta di condono o di transazione coi contribuenti, che potrebbe portare qualcosa nelle casse statali.
Tutto questo entro il 15 ottobre, quando il documento programmatico di bilancio dovrà essere trasmesso alla Commissione europea. Entro il 20 ottobre infine, il governo dovrà presentare la legge di bilancio, la manovra vera e propria, alle Camere.
Francesca Biliotti