Trattativa aperta sul rinnovo del contratto PA

Trattativa aperta sul rinnovo del contratto PA.
Dopo quattro mesi di attesa sindacati e Governo hanno aperto il negoziato sul rinnovo del contratto di lavoro della pubblica amministrazione. Nell’incontro l’Esecutivo ha illustrato la propria controproposta inviata ai sindacati il 22 aprile.
Le federazioni Pubblico impiego riuniranno il direttivo unitario per tutta la giornata di giovedì per analizzare il documento e decidere se rilanciare la trattativa o se dare inizio alla mobilitazione. I sindacati non vogliono sbilanciarsi nel giudizio ma non nascondono una certa insoddisfazione circa i contenuti della proposta avanzata dal Governo. Il Segretario della Csdl Mauro Casali ritiene che sugli aspetti normativi ci siano molte dichiarazioni di principio senza però entrare nel merito delle questioni. 'Solo su pochi punti-commenta- si avanzano proposte precise'. Riguardo alla parte economica sia Casali che Stefano Zonzini della Cdls sono concordi nel giudicarla del tutto insufficiente e ritengono che non corrisponda alla impostazione data nella piattaforma sindacale. La Csu aveva richiesto un aumento di 60 euro, più un aumento percentuale di 1,5% mensili per il biennio 2005/2006 e l’assemblea aveva dato mandato alle Federazioni di ribadire queste richieste. Il Segretario agli Interni Rosa Zafferani sottolinea che le proposte del Governo sono ragionevoli e comunque rappresentano una base da cui partire per dare il via alla trattativa. La Zafferani si dice inoltre pronta ad un dialogo costruttivo e ragionevole.
Intanto, durante il vertice della Cdls, è stato fatto un bilancio sui rinnovi contrattuali. “Le trattative vanno rilanciate con atteggiamenti costruttivi e con ragionevolezza “ ha dichiarato la Segreteria. Il negoziato sta attraversando un momento molto difficile anche alla luce della presa di posizione dell’Anis, che ha accusato il sindacato di rigidità e atteggiamenti strumentali. La Cdls ritiene che questo atteggiamento 'non aiuta a fare passi avanti e va a discapito degli interessi sia dei lavoratori che delle imprese'. Da qui la necessità di fare uscire il negoziato da una inutile situazione di stallo, abbandonando atteggiamenti provocatori e pregiudiziali.

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