Tre grandi nodi economici per il governo: reddito di cittadinanza, flat tax e pensioni
Reddito di cittadinanza, flat tax e pensioni: sono i tre principali nodi economici che il governo Lega-M5S è chiamato a sciogliere, e al più presto, viste le imminenti scadenze legate al Def, Documento di economia e finanza, le cui note di aggiornamento si definiscono proprio in questi giorni. Il ministro dell'Economia Tria, dalla sua missione in Cina, si era affrettato a smentire le dichiarazioni provenienti dai leader della sua maggioranza riguardo a veri o presunti sforamenti del 3% del Pil, confermando una linea prudente del Def, che dovrebbe prevedere un deficit per il 2019 non superiore all'1,9-2%, per non allarmare l'Europa. In più, prevederà un debito pubblico in leggerissima discesa, per poter stanziare quei 6-7 miliardi di euro necessari ad avviare le riforme promesse. Il vice presidente del Consiglio Di Maio, per esempio, vuole assolutamente realizzare il reddito di cittadinanza entro il 2019, ha detto; l'altro vice presidente, Salvini, vuole avviare la flat tax o la riforma della legge Fornero sulle pensioni. Entrambi, per mantenere le promesse, non esistano a dire che il tetto del 3% potrebbe essere superato. Cosa che il ministro Tria non gradisce, e per questo starebbe cercando la sponda del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Sarà necessario un chiarimento all'interno del governo? Tria si era già espresso all'indomani del rating dell'agenzia Fitch, che ha assegnato all'Italia la tripla B, ma rivedendo l'outlook da “stabile” a “negativo”: “Quando le agenzie conosceranno le nostre azioni – aveva infatti promesso il ministro – rivedranno i loro giudizi”.
Francesca Biliotti