Turismo in calo in Riviera, situazione difficile anche a San Marino
All’origine di questa situazione è, secondo gli operatori del settore, la crisi economica delle famiglie italiane, con l’aggravante dell’aumento dei prezzi rilevato dall’Istat proprio all’inizio dell’estate, che vede lievitare beni e servizi tipici della stagione.
Gli alberghi, pur aumentati dell’1,3% sono il servizio che ha subito il rincaro più contenuto, ma i pedaggi autostradali sono saliti del 2,9%, i pacchetti vacanza del 3,3%, i servizi balneari hanno fatto un balzo del 5,9%. Tra i prodotti alimentari tipicamente estivi, i crostacei e molluschi sono quelli cresciuti di più, a parte la frutta fresca che - già carissima - ha fatto un ulteriore balzo del 6,9%.
L’Istat assegna però la palma del rincaro ai parchi-divertimento, il cui biglietto sarebbe cresciuto dell’ 8,4%. Senza parlare delle case-vacanza i cui affitti sono aumentati del 3,5%, dei campeggi e degli agriturismo. E così chi non può reggere a questo assalto dei listini, resta a casa.
"D’altronde - sottolinea Confturismo - il budget per le vacanze disponibile quest’anno è di 825 euro a persona, contro i 935 dello scorso anno".
E se la Riviera soffre a San Marino le cose non vanno meglio. "Risentiamo di questa crisi - sottolinea il Presidente del Consorzio 2000 Stefano Raggi - perché il nostro primo mercato è l’Italia". La sua è una valutazione personale perché il Consorzio non ha tirato le somme della stagione ma, aggiunge "registriamo una flessione nelle presenze alberghiere. Non è il solito piangersi addosso - sottolinea Raggi - ma una realtà di fatto. San Marino -ribadisce - deve vivere di luce propria, non può più pensare di lavorare di riflesso alla Riviera. Siamo fiduciosi - conclude Raggi - perché finalmente il Governo, con il progetto McKinsey e altre iniziative, ha dato un segnale molto forte e la maggior parte dei commercianti ci crede".