RIPRESA

Turismo: si punta a ripartire tra speranze e paure. San Marino 2000: "Sopravviviamo con turismo vaccinale e voucher"

La Riviera teme la perdita dei visitatori russi. Sul Titano 1.304 le prenotazioni con i buoni vacanza

Nel pieno dell'estate, crescono le speranze per la ripresa del turismo dopo un periodo difficile per il comparto. Ma sono numerose le variabili che potrebbero frenare la ripartenza. Sono oltre 15 milioni, secondo Confcommercio, gli italiani pronti a partire, ma 10 milioni sono gli indecisi. Aumenta la tendenza a ridurre la durata della vacanza. La spesa media, sempre secondo lo studio, sarà di 1.015 euro e solo il 13% del campione andrà all'estero.
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Tra i viaggiatori, spiegano gli addetti ai lavori, c'è apprensione per le regole diverse, tra Stato e Stato, per il green pass, con differenti disposizioni su certificati, tamponi e rientri. C'è chi rilascia il documento dopo la prima dose e chi solo dopo la seconda, chiedendo quindi il tampone. E ognuno ha tempistiche diverse per ogni situazione.

Nel frattempo, in Riviera si parla di "prenotazioni importanti". A dirlo è il presidente dei balneari di Riccione, Diego Casadei. In genere, un quarto dei turisti è straniero, ma si apre la questione del riconoscimento del vaccino. L'Italia non accetta lo Sputnik a differenza di Paesi come Grecia, Croazia, Slovenia e Cipro, ricordano i balneari che temono uno stop degli arrivi soprattutto dal mercato russo.

Fattore Sputnik che tocca direttamente San Marino, in attesa di entrare con il suo applicativo nel circuito del pass. La parte tecnica è quasi pronta, ha spiegato la Segreteria alla Sanità, ma i tempi politici potrebbero essere "piuttosto lunghi". Intanto gli albergatori sul Titano incassano principalmente grazie a turismo vaccinale e voucher vacanza, afferma Francesco Brigante, presidente del Consorzio San Marino 2000. 1.304 le prenotazioni ad oggi con i buoni, fa sapere la Segreteria al Turismo, per 3.029 soggiornanti. 102 persone hanno prenotato attività all'aria aperta. Per il turismo da Paesi come Giappone, Cina o Corea, dice Brigante, bisognerà attendere il 2023.

Il Consorzio riconosce la bontà dei ristori, ma allo stesso tempo parla di un 40% degli albergatori non raggiunti dagli aiuti perché hanno avuto un numero di presenze simile tra un anno e l'altro. Questo, afferma, non significa avere uguali entrate. Per gli operatori, dunque, andava adottato un metodo di calcolo diverso che considerasse il fatto che molte strutture, a parità di presenze, hanno dovuto abbassare i prezzi a causa del periodo difficile.

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