Varoufakis: "dai creditori terrorismo contro la Grecia"
“Quello che i creditori stanno facendo con la Grecia ha un nome solo: terrorismo. Questa Europa non ama la democrazia”. Le parole di Varoufakis, a poche ore dal referendum, danno la cifra della distanza siderale che c'è ormai tra Atene e Bruxelles. “Se avessero concesso una piccola estensione al programma di aiuti - ha dichiarato il ministro alle finanze, in un'intervista a El Mundo - avremmo svolto il referendum con le banche aperte, invece ci hanno costretto a chiuderle. E perché lo hanno fatto? Per instillare paura”. Gelide – intanto - le dichiarazioni di Schauble, che non esclude un'uscita della Grecia dall'euro, e – in caso di collasso del sistema finanziario ellenico – parla di “rischio di contagio comparativamente basso per gli altri Paesi”. Ora la parola passa al popolo greco; i sondaggi – per quel che può valere – parlano di un testa a testa tra il “si” e il “no” ed una consistente quota di indecisi. Se si dovesse giudicare invece dalle rispettive manifestazioni di ieri, i dubbi sarebbero pochi: enorme la folla in Piazza Syntagma, che ha accolto con ovazioni le parole di Tsipras. “Decidiamo di stare in Europa con dignità”, ha detto il premier. Smentita seccamente, infine, la notizia fatta circolare dal Financial Times circa un prelievo forzoso dai conti superiori a 8.000 euro: “E' del tutto inesistente e maligna”, ha tagliato corto il presidente dell'Unione delle Banche greche
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