Sotto il pressing di Germania e altri sette paesi tra cui l’Italia, la presidenza Ecofin ha chiesto alla commissione Ue di anticipare a fine maggio la presentazione del rapporto sul funzionamento della direttiva che regola la tassazione che ogni stato dell’Unione impone sui risparmi dei non residenti. Primo passo per discutere eventuali modifiche legislative. Ma c’è anche un fronte del “No” rappresentato da Austria, Belgio e Lussemburgo, in cui vige segreto bancario e a cui non si applica la normativa comunitaria. Tutti e tre disposti a discutere – ma solo a certe condizioni, come coinvolgere altri piccoli stati e “paradisi fiscali” quali San Marino, Svizzera, Monaco, Liechtenstein e Andorra. Una situazione monitorata da parte sammarinese. “Ci confronteremo e vedremo quanto emergerà rispetto alle normative e accordi sottoscritti” dice il segretario alle Finanze. “Siamo tranquilli, non abbiamo grossi problemi, in più nel confronto aperto con l’Italia c’è anche un capitolo che disciplina le frodi fiscali già presenti nell’accordo Ecofin. Il nostro obiettivo – prosegue Stefano Macina - è di entrare nella white list italiana. Vedremo cosa emergerà dal rapporto dopodiché si apriranno i confronti”. I passi che San Marino sta facendo sono quelli di verificare le normative, mantenendo la riservatezza del segreto bancario, ma collaborando sui reati e le situazioni poco chiare. “Con più lungimiranza e coraggio saremmo stati meglio attrezzati” conclude Macina, riferito alla mancata spinta verso la collaborazione tra i piccoli stati. Per contro la lettera inviata all’Unione Europea per aprire un rapporto si rivela oggi una scelta importante.
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