2 agosto: Bologna ricorda le vittime della strage, polemiche sulla ricerca della verità
I familiari delle vittime chiedono chiarezza al Governo. A Rimini ricordati Flavia Casadei e il sammarinese Pietro Galassi
Bologna non dimentica, così come l'intero Paese. Un'esplosione improvvisa, poi l'orrore. Il 2 agosto 1980, alle 10,25, si consuma uno degli avvenimenti più sanguinosi del secondo '900. Una valigia esplode all'interno della stazione, causando la morte di 85 persone e il ferimento di oltre 200. La città è sotto shock. Autorità e comuni cittadini si mobilitano per prestare soccorso. Complesso il percorso per far luce sulle responsabilità, con diversi processi. Differenti anche le piste delineate nel tempo: dall'estremismo di destra al coinvolgimento della P2, fino alla pista estera. Condannati in via definitiva, come esecutori, tre terroristi di destra.
A distanza di 43 anni Bologna ricorda le vittime. “La matrice neofascista è stata accertata nei processi”, ha dichiarato il presidente della Repubblica Mattarella che ha parlato di “ignobili depistaggi”. Ed è proprio sulla ricerca della verità che si concentrano le polemiche. Per il ministro dell'Interno Piantedosi la matrice è stata delineata dai processi, ma restano “zone d'ombra”.
Ma l'Associazione familiari delle vittime non ci sta e invita le istituzioni alla chiarezza. Dal canto suo, la presidente del Consiglio Meloni rivendica l'impegno nella ricerca della verità, tramite la desecretazione degli atti. No ad ulteriori “depistaggi”, ribadisce la segretaria del Pd Schlein. Celebrazioni anche a Rimini, all'officina ferroviaria di viale Tripoli, con il ricordo della vittima riminese Flavia Casadei e del sammarinese Pietro Galassi.
Nel servizio le dichiarazioni di Matteo Piantedosi (ministro dell'Interno) e Paolo Bolognesi (presidente Associazione familiari delle vittime della strage) e le interviste a Claudio Casadei (fratello di Flavia) e a Roberta Frisoni (assessora Urbanistica Comune di Rimini)
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