Per le Br l'omicidio di Guido Rossa, operaio genovese dell'Italsider, sindacalista, assassinato il 24 gennaio 1979 da tre membri della Colonna genovese, quell'azione fu "un tragico errore". Infatti, quell'omicidio è stato il punto di non ritorno per le Br, l'inizio della fine. Guido Rossa aveva 44 anni.
Veneto d'origine, era comunista e sindacalista della Cgil, eletto nel consiglio di fabbrica all'Italsider di Genova Cornigliano, quella che diventerà l'Ilva, la grande acciaieria italiana luogo di importanti lotte dei lavoratori.
Il 25 ottobre 1978 vicino alla macchinetta distributrice di caffè dell'Italsider viene trovata la copia dell'ultima risoluzione strategica delle Br. Rossa nota un rigonfiamento sotto la giacca di un operaio addetto alla parte amministrativa dell'Italsider che spesso indugiava vicino alla macchina e segnala il fatto alla vigilanza aziendale. All'uscita, una nuova copia della risoluzione brigatista viene ritrovata su una finestra. Si scopre che nell'armadietto di Francesco Berardi ci sono documenti brigatisti, volantini di rivendicazione e fogli con appunti e targhe d'auto. Guido Rossa decide di denunciarlo. Berardi cerca di fuggire ma viene fermato dalla vigilanza della fabbrica e si dichiara prigioniero politico, viene consegnato ai carabinieri e arrestato. Guido Rossa testimonia al processo e Berardi viene condannato a quattro anni e mezzo di reclusione. Morirà in carcere. Rossa rinuncia alla scorta decisa proprio dalla vigilanza della Italsider. Quel giorno il sindacalista esce di casa per andare a lavorare: un commando composto da Riccardo 'Pol Pot' Dura, che guidava la Colonna Genovese delle Br, Vincenzo Guagliardo e Lorenzo Carpi lo aspetta. Gagliardo gli spara con una Beretta 81 tre colpi alle gambe. Il quarto colpo, sparato dallo stesso Dura, buca il cuore del sindacalista e lo uccide. Sono le 6.40 del 24 gennaio 1979.
Veneto d'origine, era comunista e sindacalista della Cgil, eletto nel consiglio di fabbrica all'Italsider di Genova Cornigliano, quella che diventerà l'Ilva, la grande acciaieria italiana luogo di importanti lotte dei lavoratori.
Il 25 ottobre 1978 vicino alla macchinetta distributrice di caffè dell'Italsider viene trovata la copia dell'ultima risoluzione strategica delle Br. Rossa nota un rigonfiamento sotto la giacca di un operaio addetto alla parte amministrativa dell'Italsider che spesso indugiava vicino alla macchina e segnala il fatto alla vigilanza aziendale. All'uscita, una nuova copia della risoluzione brigatista viene ritrovata su una finestra. Si scopre che nell'armadietto di Francesco Berardi ci sono documenti brigatisti, volantini di rivendicazione e fogli con appunti e targhe d'auto. Guido Rossa decide di denunciarlo. Berardi cerca di fuggire ma viene fermato dalla vigilanza della fabbrica e si dichiara prigioniero politico, viene consegnato ai carabinieri e arrestato. Guido Rossa testimonia al processo e Berardi viene condannato a quattro anni e mezzo di reclusione. Morirà in carcere. Rossa rinuncia alla scorta decisa proprio dalla vigilanza della Italsider. Quel giorno il sindacalista esce di casa per andare a lavorare: un commando composto da Riccardo 'Pol Pot' Dura, che guidava la Colonna Genovese delle Br, Vincenzo Guagliardo e Lorenzo Carpi lo aspetta. Gagliardo gli spara con una Beretta 81 tre colpi alle gambe. Il quarto colpo, sparato dallo stesso Dura, buca il cuore del sindacalista e lo uccide. Sono le 6.40 del 24 gennaio 1979.
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