A 40 anni dalla morte di Enrico Berlinguer
Il ricordo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
"Quarant'anni or sono moriva Enrico Berlinguer, personalità politica stimata e popolare, capace di scelte coraggiose, che hanno rafforzato le basi della Repubblica e consolidato la crescita democratica del Paese". Lo scrive in un messaggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Berlinguer - ricorda ancora il capo dello Stato - è stato leader del movimento comunista italiano in un decennio particolarmente difficile che lo vide impegnato a difendere la Costituzione e la vita democratica da attacchi eversivi e dagli assalti del terrorismo. L'assillo della pace e della cooperazione internazionale lo condusse a proporre percorsi e scelte sempre più autonomi, nell'interesse del popolo. Il suo contributo, ideale e culturale - conclude Mattarella -, ha concorso ad associare i lavoratori che si riconoscevano nel PCI a quel cammino di integrazione europea che l'Italia è stata capace di percorrere da protagonista".
Uno dei politici più amati di sempre. Con una preparazione e un garbo che da sempre hanno fatto convergere su Berlinguer una stima bipartisan. Autorevole e popolare, come dimostrano anche le canzoni a lui dedicate: da "Dolce Enrico" di Antonello Venditti a "I funerali di Berlinguer", brano dei Modena City Ramblers. Sull'onda emotiva della sua prematura scomparsa, il PCI alle elezioni europee del 1984 superò per la prima e unica volta la Democrazia Cristiana nei consensi. Di grande importanza il suo ruolo nel movimento comunista internazionale, con l'avvio di un processo di distanziamento dall'Unione Sovietica.
Morì l'11 giugno 1984 dopo quattro giorni di agonia. Durante un comizio a Padova, il segretario del PCI fu colpito da ictus. Ma pur provato dal malore, Berlinguer continuò il discorso fino alla fine, nonostante la folla, dopo i cori di sostegno, urlasse: "Basta, Enrico!". Alla fine del comizio rientrò in albergo, dove si addormentò sul letto della sua stanza, entrando subito in coma. Il Presidente della Repubblica Sandro Pertini ai funerali di Berlinguer, che si trovava già a Padova per ragioni di Stato, si recò in ospedale per constatare le condizioni di Berlinguer. Poi s'impose per trasportare la salma sull'aereo presidenziale, dicendo: "Lo porto via come un amico fraterno, come un figlio, come un compagno di lotta". Più di un milione di italiani volle accompagnare Berlinguer al suo funerale.
[Banner_Google_ADS]