Tra la Vigilia di Natale e Capodanno, in Italia, si getteranno via 575 mila tonnellate di cibo. Lo sperpero delle famiglie equivale ad un controvalore di 9,6 miliardi di euro, ossia 92 euro a famiglia. A metterlo in evidenza è Ener2Crowd, la piattaforma per gli investimenti green, che già nel 2019 aveva realizzato un analogo studio, basato su dati primari raccolti dall’International Center for Social Research e sull’analisi dei dati di Waste Watcher International e dell’Ufficio Statistico dell’Unione Europea.
Rispetto a 5 anni fa, secondo la ricerca, il valore economico annuale dello spreco italiano è salito del 45,6%, con una media mensile di 30,6 euro a famiglia; valore che appunto si triplica nel periodo di Natale. Lo spreco alimentare porta anche un'impennata del livello di inquinamento, perché ogni tonnellata di rifiuti alimentari producono circa 4,5 tonnellate di CO2. Emissioni che potrebbero essere ancora più alte secondo una stima del WWF: il cibo prodotto per il consumo umano che finisce perso o sprecato sarebbe responsabile dell’8-10% delle emissioni nocive a livello globale.
Dopo appena 3 anni di investimenti mirati e sostenibili, ridurre lo spreco produrrebbe un beneficio effettivo del 25% per ogni singolo investitore ed un beneficio generale stimato intorno al 40%, includendo indotto e tasse, che rimangono comunque un sistema di ridistribuzione della ricchezza.