Addio a Piero Angela: scompare a 93 anni il patriarca italiano della divulgazione
Uomo di scienza e cultura: ha saputo formare intere generazioni. Nel 2019 protagonista di una lunga intervista alla San Marino Rtv
Piero Angela era, è e sarà sempre l'emblema del servizio pubblico televisivo. La sua scomparsa all'età di 93 anni, annunciata con un post sui social poco prima di mezzogiorno ("Buon viaggio papà") dal figlio Alberto che ne ha raccolto la grande eredità professionale, tocca nel profondo intere generazioni che grazie a lui si sono avvicinate alle scienze, alla storia, all'arte. Sui canali nazionali, nei consessi politici e nelle sedi istituzionali ma soprattutto sul web, il cordoglio di un Paese intero, che “gli è riconoscente” - rimarca il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella.
70 anni di carriera in RAI, dagli inizi in radio alla tv, celebrati quest'anno e suggellati dal ritorno, un mese fa, di SuperQuark in prima serata sulla rete ammiraglia. Nei giorni scorsi il giornalista, scrittore, divulgatore scientifico, ha voluto lasciare proprio al sito Internet del suo programma una sorta di testamento, l'ultimo messaggio di saluto ai telespettatori. "Cari amici - aveva scritto - mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…)”. Quindi il commiato: "È stata un'avventura straordinaria. Penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese”.
Stimolante e rigoroso nel racconto del mondo e della natura umana, ma anche innovativo e popolare: artefice di una solida tradizione documentaristica, Piero Angela sapeva parlare a tutti. Una vita piena, un “lungo viaggio” ripercorso anche nell'ampia intervista rilasciata nel 2019 alla San Marino Rtv. Esemplari le sue parole sul significato di fare giornalismo nel servizio pubblico: "Il punto di riferimento è il pubblico, è il servizio pubblico cioè tu sei un 'servitore dello Stato' come dico spesso, nel senso che devi essere qualcuno che si occupa di migliorare la conoscenza nelle persone nel modo più possibile onesto e oggettivo. E come lo fai? Non è facile, certo. Se tu sei obiettivo dentro, cioè tu sei onesto, ti spogli delle tue idee come può fare un arbitro di calcio, un magistrato e comunque tutti coloro che si trovano ad essere mediatori nei confronti delle sentenze, dei giudizi che devono essere per quanto possibile onesti e oggettivi. E quindi è dentro l'obiettività".
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