TURISMO

Affitti brevi: dal 1° gennaio obbligatorio il Codice Identificativo Nazionale, cos'è e a cosa serve

Rimini registra oltre 1200 immobili su Airbnb. Per il Comune, il "CIN" è un primo passo per maggiore trasparenza e regolamentazione del settore

Affitti brevi: dal 1° gennaio obbligatorio il Codice Identificativo Nazionale, cos'è e a cosa serve.

Scatterà il 1° gennaio 2025 l’obbligo del Codice Identificativo Nazionale (Cin) per gli immobili destinati agli affitti brevi, con uno slittamento rispetto alla data inizialmente prevista. La misura, introdotta in alcune regioni in via sperimentale, mira a garantire maggiore trasparenza nel settore, contrastando l’evasione fiscale e tutelando i consumatori, come sottolineato dall’assessore alle attività economiche del Comune di Rimini, Juri Magrini.

Il Cin è di fatto un codice alfanumerico obbligatorio per tutte le strutture ricettive e gli immobili destinati a locazioni brevi a fini turistici; serve quindi a identificare in modo univoco ogni struttura. Dal nuovo anno dovrà essere esposto all'esterno dell'immobile e incluso in tutti gli annunci pubblicitari online e offline.

Il fenomeno degli affitti brevi, in costante crescita, ha visto a Rimini oltre 1.200 immobili registrati su Airbnb, più del doppio rispetto al 2019. A livello nazionale, un’analisi di Confedilizia rivela che ad agosto 2023 il tasso di utilizzo degli alloggi prenotabili online ha raggiunto il 42,3%, superando quello degli hotel (38,7%). Questo trend risponde a nuove esigenze dei turisti, ma alimenta anche l’overtourism e crea squilibri nel mercato immobiliare, con difficoltà crescenti per famiglie, lavoratori e studenti nel trovare alloggi a lungo termine a prezzi sostenibili.

La normativa prevede sanzioni fino a 8mila euro per i proprietari che non registrano il proprio immobile. Altra novità è l’obbligo di installare dispositivi di sicurezza nelle abitazioni concesse in affitto breve. Tuttavia, emerge la necessità di intensificare i controlli: un’indagine Sky rileva che il 33% dei proprietari non è a conoscenza del Cin, e il 44% non ha ancora fatto richiesta.

Secondo Magrini, è fondamentale agire anche a livello normativo, come discusso alla recente assemblea Anci, per dotare i Comuni di strumenti più efficaci per governare il fenomeno e garantire una convivenza equilibrata tra offerta turistica e tessuto urbano.

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