“Le istituzioni non possono fare spallucce". È un appello urgente quello di Alessandro Piccini, sindaco di Cantiano: uno dei comuni più colpiti dall'alluvione delle Marche del settembre scorso. "Chi ha ruoli di Governo a qualsiasi livello - afferma - deve sentire la responsabilità di non far morire un territorio e la sua struttura economico-sociale". Il momento è cruciale per il comune, con imprese che non sanno se riusciranno mai a ripartire e famiglie alle prese con i danni.
"Una cosa è chiara: questa volta da soli non ce la faremo, con danni esponenziali rispetto alla nostra capacità di spesa e di intervento", sottolinea Piccini. Per questo, dopo aver scritto ai consiglieri regionali, il sindaco ha inviato una lettera a tutti i parlamentari marchigiani appena insediati, chiedendo “misure rapide e immediate”.
Tra le richieste, quella di contributi a fondo perduto, anche parziali, per riaprire le attività economiche, un risarcimento per le centinaia di cittadini sfollati e l'inserimento del Comune nel Fondo complementare del PNRR per le aree sisma. "È compito dello Stato - afferma il primo cittadino - intervenire con tempistiche adeguate. Ho timore che, oggi, il tessuto socio-economico non abbia la forza di reggere i tempi della burocrazia".
Nel servizio, l'intervista ad Alessandro Piccini (sindaco di Cantiano)