Baby gang, il sindaco Sadegholvaad: "Vandalizzare non ha alcuna giustificazione"
"Non si può sociologizzare", sottolinea il primo cittadino di Rimini, sottolineando che "mettere a ferro e fuoco città non ha alcuna giustificazione"
Alla luce dei 22 fogli di via emessi dalla Questura di Rimini, diretti ai giovani protagonisti di scorribande avvenute nei mesi scorsi tra Rimini e Riccione e legate al fenomeno delle cosiddette 'baby gang' quello che "mi colpisce" è che "i destinatari dei Daspo sono in larga maggioranza giovani italiani di seconda generazione, provenienti dall'Emilia e da alcune province della Lombardia. È inutile nascondersi che dietro a questi episodi in cui il vandalismo gratuito si mischia a rapine, furti, bullismo verso coetanei ci sia una evidente questione legata all'integrazione" tuttavia "questa non può essere una spiegazione né soprattutto una giustificazione per l'illegalità e una vera e propria microcriminalità. Su questo bisogna essere molto netti: non c'è giustificazione sociologica a questo fenomeno, che è europeo, mondiale". È quanto sostiene, in un lungo intervento, il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad.
"Il tema della responsabilità individuale e famigliare e della stessa condivisione dei doveri che porta con sé la residenza in questo Stato e in questa Nazione - osserva in una passaggio del suo intervento - non può essere messo in un cantone o in secondo piano". Nella convivenza e nell'integrazione, aggiunge, servono percorsi di relazioni quotidiane: "questi percorsi non diventano discese nel nome di uno slogan ma vanno costruiti faticosamente una pietra dopo l'altra. Ma queste pietre non devono metterle altri. Il primo sforzo è di coscienza individuale". Quindi argomenta ancora Sadegholvaad, "non si può sociologizzare ogni volta i problemi. Se si vive in Italia, tanto più in regioni ricche e dal welfare soddisfacente come la Lombardia o l'Emilia-Romagna, si condividono valori e regole di civile coesistenza, di rispetto, di osservanza delle leggi che non possono essere derogate o giustificate nel nome di qualsiasi altra cosa. Ci sono luoghi, spazi, occasioni - puntualizza - per risolvere le criticità, arrivando anche a forze di protesta pacifica e democratica che possono essere fatte proprie dalle forze politiche, civiche e sociali. Ma mettere a ferro e fuoco le città, picchiare, vandalizzare - conclude il sindaco di Rimini - non ha alcuna giustificazione né a monte né a valle. Vale per gli italiani di prima, seconda, terza, quarta generazione. Senza se e ma e senza giustificazioni di nessun tipo".
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