Berlusconi, la politica s'interroga sul futuro di Forza Italia e dell'area del centrodestra

Come ogni fine d'epoca che si rispetti, nulla sarà più come prima. La scomparsa di Silvio Berlusconi significa, con tutta probabilità, la fine del suo partito-azienda a causa delle spese definite esorbitanti - che ha sempre sostenuto personalmente il Cavaliere - e della mancanza di un successore designato: in 30 anni si sono succedute investiture e cadute dei delfini in pectore, da Fini ad Alfano a Toti. Il centrodestra si interroga sul futuro - immediato - di 44 deputati e 18 senatori, ma anche sul destino del consenso che sostiene gli azzurri: quell'8,3% che vuol dire oltre 2milioni e 200mila voti.

Il "cerchio magico" in auge oggi vede al vertice la compagna, l'on. Marta Fascina e il sempre fedele Antonio Tajani. Saranno loro, dopo aver scalzato l'ala vicina a Salvini, guidata da Licia Ronzulli, a cercare di orientare le scelte, con l'avallo della famiglia, che ora ha un solo obiettivo: la tutela del patrimonio finanziario e aziendale dei Berlusconi.

Come forse è giusto che sia, saranno due donne a gestire l'eredità - politica - del Cavaliere: sua figlia Marina e la compagna Marta Fascina, e un'altra a trarne beneficio: Giorgia Meloni, che potrebbe accogliere la maggior parte dei forzisti, che formerebbero una corrente liberale e moderata nel partito di governo; con buona pace del "terzo polo". Una sorta di federazione che Silvio avrebbe voluto fare con la Lega, ma che Salvini - prima delle politiche - aveva rifiutato. Un'era politica fa.

Antonello De Fortuna

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