POLITICA

Bozza riforma, secondo premier in casi eccezionali e tetto di due mandati

Fratelli d'Italia e Lega, i due maggiori partiti di maggioranza, si marcano stretti nella corsa alle riforme promesse nel programma di governo; riforme giudicate dalle opposizioni come un rischio per l'Italia

Il cammino delle riforme procede, parallelo, in Parlamento. Se l'autonomia differenziata ha già superato l'esame del Senato ed è attesa alla Camera, oggi una riunione di maggioranza ha messo a punto una intesa sui punti fondamentali della riforma del premierato: un massimo di due mandati, in caso di sfiducia del presidente del Consiglio si andrà a nuove elezioni, mentre il premier potrà essere sostituto - una volta sola - in caso di dimissioni. Ora l'intesa sarà posta all'ok dei leader del Centrodestra, Fratelli d'Italia, e soprattutto Lega, vogliono tenere ben stretto il legame tra le due riforme.

Il do ut des tra Meloni e Salvini, che la leader del Pd Elly Schlein ha definito “l'orrendo baratto”, non può però tagliare fuori completamente la minoranza; il premierato, per passare, ha bisogno di un voto a maggioranza qualificata, cioè dell'appoggio di almeno una parte delle opposizioni. Ove così non fosse, ha già anticipato Giorgia Meloni, Palazzo Chigi chiamerebbe gli italiani al referendum sul cambiamento della forma di governo.

Nel video le interviste a Stefano Candiani (deputato Lega) e a Carlo Calenda (senatore Azione)

Antonello De Fortuna

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