Capretto sgozzato durante un rito, sdegno dell'Enpa
Il sangue era stato raccolto in ampolle a terra circondate da candele
"Bene la condanna anche se purtroppo la sospensione rende le pene ancora più lievi. Pensare che nel 2020 in Italia sopravvivano sacche di superstizione, di ignoranza e di crudeltà che ci riportano indietro di secoli, lascia sconcertati". È quanto l'Enpa, in una nota, ha riferito in merito alle condanne inflitte ieri mattina dal Tribunale di Ravenna per un capretto sgozzato nell'ambito di un rito esoterico in un appartamento di Faenza, nel Ravennate.
Tre gli imputati: due cittadini di origine brasiliana di 29 e 40 anni e un faentino di 53 anni. Il giudice Antonella Guidomei ha inflitto una pena (sospesa) ai primi di 2 mesi e 20 giorni e di 4 mesi per al terzo per uccisione di animale in concorso riconoscendo all'Enpa, costituitasi parte civile, 1.000 euro di risarcimento. L'animale era stato probabilmente sgozzato a inizio 2019 ma le indagini erano partite quando il 6 febbraio 2020 nella buchetta del Commissariato faentino, un anonimo aveva lasciato una busta con la scritta "reato grave, sacrificio di animali in palazzina Borgo San Rocco". Dentro c'era un dvd con il video, della durata di circa cinque minuti, che mostrava lo sgozzamento del capretto mentre belava e si dimenava.
In due lo tenevano fermo mentre il terzo, con un copricapo rituale verde-oro, brandiva la lama scandendo frasi rituali in portoghese. Il sangue era stato raccolto in ampolle a terra circondate da candele. Il primo dei tre a essere individuato dalla polizia, aveva poi spiegato che si trattava di un rito della religione Umbanda aggiungendo che l'animale alla fine era stato cucinato e mangiato, come prevederebbe il rito utilizzato.
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