IL CASO

Caso 'camicia nera', il sindaco di Pennabilli replica a Bonaccini: “Rispetta il consenso popolare”

Mauro Giannini, su Facebook, risponde a distanza al presidente della Regione Bonaccini che aveva chiesto le sue dimissioni dopo il post in cui il primo cittadino aveva scritto “Morirò in camicia nera”

Caso 'camicia nera', il sindaco di Pennabilli replica a Bonaccini: “Rispetta il consenso popolare”.

Parte citando l'articolo 1 della Costituzione - che dichiara “La sovranità appartiene al popolo” - il sindaco di Pennabilli, Mauro Giannini. E invita il presidente della Regione Stefano Bonaccini a rispettare il risultato delle elezioni. Il governatore aveva chiesto le sue dimissioni dopo il polverone alzato da un post del primo cittadino che, ricostruendo la propria esperienza militare in occasione della riconsegna della divisa da paracadutista, aveva scritto “Quando sono partito per servire la bandiera avevo solo un credo e la camicia nera” e, rispondendo ad un commento, aveva aggiunto: “Sono nato con la camicia nera e morirò con la camicia nera”. Post rimosso dal social dopo le segnalazioni degli utenti e riproposto modificato. Da qui il commento di Bonaccini: “Il tuo proclamarti fascista è incompatibile con la Costituzione antifascista su cui hai solennemente giurato e con la fascia tricolore che porti. Chiarisciti anzitutto con te stesso e poi scusati o dimettiti”.

Ieri, dopo giorni di silenzio, la replica che aggiunge un altro capitolo alla diatriba: “Il popolo del Comune di Pennabilli si è espresso con largo consenso dei votanti (oltre il 67, %) per la mia elezione a Sindaco per il secondo mandato, proprio perché trattandosi di una piccola realtà tutti mi conoscono, anche quelli che storicamente hanno militato in qualche forma nei partiti che oggi siedono nei banchi del Consiglio Comunale fra le minoranze. Questo consenso, espresso per la seconda volta, dovrebbe essere rispettato da chiunque”. Consenso che – aggiunge Giannini – potrebbe “ragionevolmente” portare alla “mia terza candidatura fra quattro anni”. “Ognuno prenda atto di ciò”, conclude non prima della stoccata: "Nn mancherebbero gli argomenti per criticare espressioni, quali quella appostata sul tuo profilo Facebook “A Piazzale Loreto [dove vennero esposti i corpi di Benito Mussolini e Claretta Petacci, ndr] c’è ancora posto” con le testine in giù".

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