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Caso Pierina, la criminologa Bruzzone: “La situazione familiare era una polveriera”

La consulente di Louis Dassilva smonta la prova regina: “Non è assolutamente possibile stabilire che il soggetto ritratto nel video sia coinvolto nel delitto, né che sia di colore”. E su Manuela: “Era lei ad alimentare con perseveranza la relazione”

14 ago 2024
Caso Pierina, la criminologa Bruzzone: “La situazione familiare era una polveriera”

“Come si fa a dire che fosse Dassilva?” La criminologa Roberta Bruzzone, consulente dell'unico indagato – e ancora in carcere in custodia cautelare – per l'omicidio di Pierina Paganelli se lo chiede in una lunga intervista al magazine online Mow. Dal video cam 3 della Farmacia San Martino, secondo la psicologa forense, “non è assolutamente possibile stabilire che il soggetto ritratto sia coinvolto nel delitto, né che sia di colore. La parte cromatica è influenzata dal tipo di ripresa e dal tipo di illuminazione”.

E questa sarebbe la cosiddetta “prova regina”, tanto da aver portato nuovamente la sera dell’8 agosto gli uomini della squadra mobile e la polizia scientifica a ripetere l’esperimento giudiziale nel garage dove è stata uccisa la 78enne. Una notte di sopralluoghi e ulteriori prove tecniche, con telecamere per ricostruire quanto accaduto la sera del 3 ottobre 2023. Un nuovo figurante e nuove simulazioni verosimilmente replicando il video delle telecamere della vicina farmacia che, secondo chi indaga avrebbe ripreso Dassilva, negli istanti immediatamente successivi al delitto.

Si potrebbe ipotizzare che sia stata lei a uccidere Pierina? Chiede Jacopo Tona per Mow. “Noi in questo momento puntiamo a fare in modo che il nostro assistito possa avere la possibilità di tornare a piede libero, o quantomeno di vedere un'attenuazione della misura. Per quanto riguarda l'individuazione di un colpevole, per fortuna non è un nostro compito ma se ne deve occupare la procura. Noi in questa fase siamo sufficientemente convinti che gli elementi a carico di Dassilva tali da trattenerlo in carcere non siano sufficienti. Del resto sono tutti elementi che sostanzialmente erano già nelle mani della Procura nei primi 15 giorni dopo il delitto, quindi non si comprende perché l'applicazione della misura sia avvenuta 9 mesi dopo. Tutti gli elementi raccolti fino ad oggi, quantomeno quelli dati a noi in visione, di fatto sono compresi nei primi 10-15 giorni dalla vicenda”.

La Bruzzone, incalzata, arriva poi a parlare della famiglia. Si dice intanto allineata alla Procura nel ritenere che “difficilmente un accadimento di questa portata possa essere stato compiuto da un soggetto del tutto estraneo”. Tenendo presente che “c'era una situazione familiare complicata tra la Bianchi, Saponi, la Paganelli. Con tutto quello che era successo c'era una situazione che definirei probabilmente una polveriera. Quindi, se andiamo a lavorare su un movente in grado di motivare un delitto così efferato, è difficile ipotizzare che possa essere un movente non personale”.

Ci si sofferma poi su Manuela Bianchi, nuora di Pierina Paganelli. Che – ricorda la psicologa foreste – aveva una relazione con Dassilva. Tra l'altro – puntualizza - “una relazione che la Bianchi con perseveranza continuava ad alimentare, come è stato reso evidente dall'ordinanza. Molto più di quanto facesse Dassilva, che riceveva certe proposte, certe sollecitazioni, non le operava. Anche questo è emerso in maniera incontrovertibile dall'ordinanza. È difficile non esaminare tutti i fatti considerando anche questo elemento, ma che per Dassilva la Paganelli fosse un problema insuperabile al punto da eliminarla in maniera così feroce, questo viene strano da pensare”. Una storia subito ammessa da Dassilva, ma inizialmente negata dalla Bianchi, la quale “chiede a Dassilva di cancellare i messaggi e addirittura si lamenta di non essere riuscita a cancellare i messaggi con la Bartolucci dove c'erano chiari riferimenti al risentimento della Bianchi nei confronti della Paganelli. La stessa Bianchi capisce bene che di elementi che possono essere letti in maniera antipatica in questa storia ce ne sono parecchi. Qualcosa che collochi Dassilva in maniera incontestabile sulla scena, ad oggi, non c'è”.





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