Choc a Pedrengo, donna di 27 anni arrestata per duplice infanticidio
I due figli sono morti a distanza di meno di un anno. Il secondo decesso ha generato forti sospetti, tanto che è stato disposta l'autopsia dalla quale si è scoperto che la morte è stata generata dalla compressione del torace
Una donna di 27 anni, residente a Pedrengo, in provincia di Bergamo, è stata arrestata dai carabinieri per duplice infanticidio. La donna è accusata di aver soffocato i suoi due figli, una bambina di 4 mesi morta nel novembre del 2021 e un bimbo di due mesi morto nell'ottobre del 2022. Inizialmente si era pensato a morti per cause naturali, ma il secondo decesso aveva insospettito i carabinieri, che avevano avviato le indagini.
La tenera età del bambino e le analogie con la precedente prematura morte della prima figlia della donna, avvenuta meno di un anno prima, avevano generato forti sospetti circa le cause del decesso, tanto da indurre l’Autorità Giudiziaria a disporre l’autopsia del corpicino. L’esito dell’esame aveva chiarito le circostanze della morte del piccolo, generata da una asfissia meccanica acuta da compressione del torace, cioè da soffocamento.
La morte della prima figlia era stata ritenuta “per cause naturali”, la cosiddetta “morte in culla”, vista anche la mancanza di segni esteriori visibili. Ora però il quadro indiziario ha individuato la causa scatenante dell’infanticidio, per entrambi i delitti, nell’incapacità della madre di “reggere alla frustrazione del pianto prolungato dei bambini”.
I carabinieri spiegano come nel corso dell’indagine non sia emerso un disturbo di tipo psichico della donna, pertanto ritengono che "abbia agito nella piena capacità di intendere e di volere, apparendo lucida, ben orientata, con grande capacità di linguaggio, razionalizzazione e freddezza, caratteristiche palesate, tra l’altro, nell’organizzazione della propria difesa, dopo aver scoperto di essere sospettata dei due infanticidi”.
Il Gip del Tribunale di Bergamo ha emesso nei confronti della donna l’ordinanza di custodia cautelare in carcere che è stata eseguita questa mattina, “evidenziandone la spiccata pericolosità sociale e un concreto ed attuale pericolo di reiterazione del reato”.
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