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Comitato tecnico scientifico sulle scuole: "Niente mascherina se c'è distanza di un metro"

Si parte coi corsi di recupero, poi riaperture scaglionate. Il Cts elabora anche il piano del professor Crisanti, che prevede 400mila tamponi al giorno

di Francesca Biliotti
1 set 2020

Nel giorno di riapertura delle scuole, coi corsi di recupero, e in attesa della prima campanella ufficiale il 14 settembre, il Comitato tecnico scientifico ha fatto avere le sue linee guida per contenere il contagio tra la popolazione scolastica. Niente mascherina obbligatoria in classe, a meno che non sia possibile un metro di distanza. Ma dipenderà anche dall'andamento epidemiologico locale. Il Comitato tecnico scientifico ha fornito indicazioni per la riapertura delle scuole, che ripartiranno scaglionate: la data ufficiale è il 14 settembre, ma l'Alto Adige indica il 7, la Puglia il 24, la Sardegna il 22. Riguardo alle mascherine, dipende dall'età e da altri fattori: dai 6 agli 11 anni non c'è obbligo ma dipenderà dall'andamento dei contagi; dai 12 anni in su, stessi obblighi degli adulti. Altre misure preventive sono quelle note, ossia distanziamento, sanificazione delle mani, un'accurata informazione ed educazione sanitaria, adeguata all'età degli studenti, ricambi d'aria frequenti e sanificazione dei locali. Nella scuola primaria niente mascherina se gli studenti sono fermi e distanziati di almeno un metro, e se non sono in atto situazioni particolari, come il canto. Anche per il trasporto pubblico locale raggiunto l'accordo che prevede l'aumento della capienza massima dei mezzi all'80%, con più posti a sedere e meno in piedi. C'è anche il piano nazionale dei tamponi ora in mano al Comitato, elaborato dal professor Crisanti, e che prevede di raggiungere 400mila tamponi al giorno, così come esiste la possibilità di adottare nuovi test che distinguano velocemente se i sintomi di un paziente sono riferibili al Covid o all'influenza. E in Emilia Romagna nasce lo studio internazionale che scopre le cause della mortalità da coronavirus, e che porta ad una diagnosi precoce che può ridurre la mortalità del 50%.


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