ITALIA

Concessioni Balneari, il governo vuole far slittare la scadenza da 1 a 5 anni

Nonostante il divieto sancito dalla direttiva Bolkestein sulle proroghe automatiche

A quasi un mese dallo sciopero degli stabilimenti balneari, il 9 agosto scorso, il governo accelera sulla riforma che mira al riordino delle concessioni, vecchie e nuove. 

Nonostante il divieto sancito dalla direttiva Bolkestein sulle proroghe automatiche, l’esecutivo è intenzionato a far slittare la scadenza da 1 a 5 anni in base alla percentuale regionale di occupazione delle coste.   

Minore è la quota di spiaggia libera, prima scade la concessione. Le spiagge resteranno in concessione fino al 2025 se sono in regioni con meno del 25% di spiaggia libera e gradualmente fino 2029 per le aree con più del 49% di spiagge libere. Decaduta la concessione l'area sarà messa a gara dal Comune con il riconoscimento di un indennizzo basato sul valore aziendale. Sono questi i punti salienti del disegno di legge a cui sta lavorando il governo Meloni, pubblicato sul sito di Mondo Balneare. L'assegnazione dovrà tenere conto della partecipazione al bando di “microimprese e imprese giovanili”. I nuovi titoli potranno avere una durata non inferiore ai 5 anni e non superiore a 20.   

La bozza prevede anche l’obbligo di assegnare almeno il 15% di litorali liberi in ogni regione entro il 2029 e non impone alcun numero massimo di concessioni per lo stesso soggetto, lasciando tale facoltà ai Comuni.  

Parallelamente dovrà essere adottato un Piano nazionale 2024-29 per lo sviluppo delle attività insistenti sulle concessioni demaniali ad uso turistico ricreativo e sportivo», da concordare con la Conferenza delle Regioni e da sottoporre al parere preventivo del Consiglio di Stato, che recepisce la mappatura delle coste italiane e delineerà le modalità di investimento per la riqualificazione delle aree affidate in concessione, autorizzazione o convenzione.  Il testo, articolato in tre articoli e cinque pagine, è attualmente oggetto di un negoziato tra la Commissione Ue e l’esecutivo italiano, di cui si sta occupando il ministro agli affari europei Raffaele Fitto. L’intento del governo è approvare la norma entro settembre

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