PIAN DELLA SELVA-FONTANELLE

Consiglio di Stato chiude definitivamente la 'partita' della discarica a San Leo

La Valutazione d'impatto ambientale non fu scritta "sotto dettatura degli organi politici". Soddisfatto il sindaco: "Evitato uno sfregio al paesaggio"

Consiglio di Stato chiude definitivamente la 'partita' della discarica a San Leo.

Si è chiusa definitivamente la partita. Il “progetto dell’impianto di trattamento e recupero di rifiuti inerti e discarica di rifiuti inerti e rifiuti speciali non pericolosi” non si farà in località Pian della Selva-Fontanelle, nel territorio di San Leo. Come scrive il Corriere Romagna, recentemente il Consiglio di Stato, con una sentenza, ha messo la parola 'fine' sul ricorso presentato dalla ditta proponente - la Cabe srl di Santarcangelo - secondo cui la Valutazione d'impatto ambientale sarebbe stata scritta “sotto dettatura degli organi politici”; in particolare la Provincia di Rimini e l'Unione Comuni Valmarecchia. Soddisfatto il sindaco Leonardo Bindi: “Non si tratta solo di rifiuti inerti, ma anche pericolosi, e la sentenza del Consiglio di Stato ha evitato una sfregio al paesaggio e alla sua vocazione turistica”.

Nel 2015 la notizia del progetto aveva presto portato i cittadini contrari ad unirsi nel comitato 'San Leo dice NO alla discarica'. “L'impianto per il trattamento e lo stoccaggio dei rifiuti della ditta CABE è incompatibile con il nostro territorio – scrivevano – caratterizzato dall'alto valore paesaggistico e ambientale, nonché da una vocazione agricola biologica e turistica, di tutela dei beni storici e artistici”. Ben presto il comitato si era visto supportare dalle Associazioni culturali e ambientaliste del Forum Ambiente della Provincia di Rimini e del Coordinamento Marecchia-Uso. Anche diverse istituzioni sammarinesi si espressero sul progetto, tra cui gli allora segretari Antonella Mularoni (al Territorio) e Giuseppe Maria Morganti (alla Cultura), e la Giunta di Castello di Chiesanuova, gemellata proprio con San Leo e amministrazione più prossima al luogo su cui sarebbe potuto sorgere l'impianto. Tutti avevano espresso contrarietà.

Nell'agosto del 2015 arrivò la bocciatura della Provincia di Rimini, da cui scaturì il ricorso al Tar da parte della ditta proponente.

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