
Greenpeace ha presentato la prima mappa della contaminazione delle acque potabili italiane. Le sostanze poli e per-fluoroalchiliche, dette Pfas, sono presenti nel 79% dei campioni di acqua potabile analizzati da Greenpeace Italia, nell'ambito di una indagine indipendente chiamata “Acqua senza veleni”, i cui esiti sono stati presentati alla Stampa Estera. Tra settembre e ottobre scorsi infatti, l'organizzazione ambientalista ha raccolto campioni in 235 città di tutte le Regioni e province autonome.
Secondo le evidenze raccolte con la campagna “Acque senza veleni”, milioni di persone nel nostro Paese, per Greenpeace Italia, hanno ricevuto nelle loro case acqua contaminata da alcuni Pfas classificati come cancerogeni, la cui presenza è considerata inaccettabile in molte nazioni. Ad esempio il 41% dei campioni analizzati supera i parametri danesi e il 22% supera i valori di riferimento negli Stati Uniti. Greenpeace ritiene che il governo possa e debba attivarsi. Esiste già una petizione per mettere al bando la produzione dei Pfas e sostituirli con alternative più sicure e già disponibili in quasi tutti i settori industriali. La petizione, sottoscritta da oltre 136mila persone, non ha però ancora trovato riscontro nell'azione legislativa.
Nel video l'intervista a Giuseppe Ungherese, responsabile campagna Inquinamento Greenpeace Italia