Coronavirus: casi in aumento in Emilia Romagna, ma nessun focolaio autoctono
L'assessore uscente alla salute Sergio Venturi ha annunciato che domani si deciderà sull'apertura o meno delle scuole. Cinque tamponi in attesa di esito a Rimini
Salgono i casi di positività al coronavirus in Emilia-Romagna ma in regione al momento non c'è "ragione di ritenere" che ci sia un focolaio autoctono. Così l'assessore alla Salute Sergio Venturi in un punto stampa in viale Aldo Moro. Nessuna necessità di sanificare le scuole del territorio, sottolinea, mentre sulla riapertura o meno dopo il primo marzo sarà chiamata a esprimersi la nuova Giunta che si insedierà venerdì 28 febbraio. In regione i casi positivi sono saliti a 97, per lo più legati al focolaio lombardo. Sono in corso accertamenti epidemiologici sui sei casi a Rimini e su tre nel Modenese. La maggior parte dei pazienti si trova in condizioni non gravi, molti sono addirittura asintomatici. In regione fatti più di mille tamponi.
A Rimini oltre a quelli già comunicati ieri, fa sapere la Prefettura, sono risultati positivi un dipendente dell’attività dell’età di 63 anni, che non ha sintomi e che dunque si trova in quarantena domiciliare volontaria, e due soggetti, una donna di 80 anni ed un giovane di 16, che potrebbero aver avuto contatti indiretti con l’attività stessa o con suoi dipendenti. Questi ultimi due sono attualmente ricoverati in ospedale ma in condizioni buone e stabili. Per il ragazzo si sta valutando la dimissione in tempi brevi. Più in generale le condizioni di tutti i pazienti risultano buone e stabili. Attualmente restano 5 tamponi in attesa di risposta.
Da lunedì l'Università di Bologna sperimenterà una modalità di lezioni, esami e sedute di laurea online. Inizialmente la novità riguarderà il 30-40% dei circa 3.500 insegnamenti previsti per il secondo semestre, ma l'obiettivo è andare a regime nelle prossime due settimane. Ad annunciarlo il rettore, Francesco Ubertini. Le lezioni saranno trasmesse in streaming grazie alla piattaforma 'Microsoft Teams'. I docenti utilizzeranno le postazioni allestite nelle aule (un computer, una telecamera e un cavo di connessione alla rete) e i ragazzi potranno seguire da remoto, ascoltando, facendo domande al microfono o via chat.
Nel servizio l'intervista a Sergio Venturi (Assessore alla Salute ER)