Coronavirus divide l'Italia: incertezza sulla fase 2
Calano i malati ma i dati del contagio disegnano sempre più un'Italia divisa, un paese dove il coronavirus sembra dilagare in maniera difforme. Dati che per la fase 2 non sono di poco conto. E che potrebbero pesare anche sulle modalità della tanto attesa ripresa. A dirlo chiaro è il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli: "Si può ragionare su una regionalizzazione delle aperture: nelle zone con un numero inferiore di persone positive è più facile valutare la catena dei contatti".
Mentre Walter Ricciardi, del comitato esecutivo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e consulente del ministro della Salute, frena sull'inizio della Fase 2. "È assolutamente troppo presto - dice -: i numeri, soprattutto in alcune Regioni, sono ancora pieni di una fase 1 che deve ancora finire. È assolutamente importante non affrettare e continuare".
Non crede nella riapertura di alcune regioni prima delle altre, in particolare prima della Lombardia, il governatore Attilio Fontana, anche se su questo si rimette a quello che diranno i tecnici. "Le decisioni saranno prese tutti insieme sulla base delle valutazioni dei tecnici a tutela della salute ma - ha detto all'ANSA - non credo che si possa arrivare a quello perché l'Italia potrebbe rimanere zoppa". Sull'ipotesi invece che qualche regione decida di chiudere i confini, come ha minacciato di fare il presidente della Campania Vincenzo De Luca si è limitato a dire "mi auguro che sia stato male interpretato".
Conte prepara intanto una nuova riunione della cabina di regia per la Fase2 e lavora a proposte di allentamento per convivere col coronavirus in sicurezza.