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Covid19, Sileri: “Obbligo vaccinale? Un'opzione se non copriamo 2/3 italiani”; Bonaccini: “Potrebbe produrre un contraccolpo”

L'Ordine dei medici di Roma ha intanto avviato un procedimento disciplinare nei confronti di 13 medici no vax

di Filippo Mariotti
29 dic 2020
Il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, e Stefano Bonaccini, presidente Emilia-Romagna
Il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, e Stefano Bonaccini, presidente Emilia-Romagna

Cresce la polemica sull'obbligo di vaccinazione anti-Covid, almeno per medici e personale sanitario. Matteo Renzi si schiera a favore e punta a introdurla “subito almeno per gli operatori sanitari e socio sanitari”. La sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa dice che l'obbligo “andrebbe considerato”, ma per la ministra della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone basterebbe “una forte raccomandazione”. Il presidente della Federazione degli Ordini dei medici, Anelli, dice che “deve essere la politica, in base ai numeri, a decidere per legge”, ma parla di “obbligo deontologico” e di possibili sanzioni. L'Ordine dei medici di Roma ha intanto avviato un procedimento disciplinare nei confronti di 13 medici no vax. 

È invece di oggi un'intervista su La Stampa al viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri. Rispetto ai dubbi del personale sanitario "metterei in dubbio la qualità del nostro sistema formativo. Avere dei no vax tra i medici equivale a un fallimento”, si legge fra le sue dichiarazioni. “Al momento - prosegue - non è prevista alcuna obbligatorietà. Se nei prossimi mesi la campagna non dovesse raggiungere i due terzi della popolazione, allora si dovrebbero prendere delle contromisure. Tra queste, c'è l'obbligatorietà”. Perché – argomenta il viceministro che si dice comunque fiducioso - “per sconfiggere il Covid ci sarà bisogno di un'adesione massiccia al vaccino". Vaccino che - ci tiene a precisare - avendo un'efficacia accertata a un mese dalla prima dose, “nulla potrà sulla probabilissima recrudescenza che vedremo nei prossimi giorni".

Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, punta tutto sull'informazione e la chiarezza: "Rendere il vaccino obbligatorio potrebbe produrre un contraccolpo. Bisogna far capire a più gente possibile che solo il vaccino potrà permetterci di sconfiggere il virus", ha dichiarato a Zapping su Radio Uno. Bonaccini ricorda di essere stato il primo presidente di Regione “a introdurre l'obbligo vaccinale per l'accesso agli asili nido, prima che diventasse norma nazionale. Ricevemmo l'applauso della stragrande maggioranza delle famiglie e dei genitori, oggi siamo tornati oltre il 97% di copertura. C'è stata una grande adesione, perché la gente ha capito".

Il governatore sottolinea poi che “oltre il 95% dei professionisti della sanità in Emilia-Romagna ha già dato disponibilità a vaccinarsi". Bonaccini detta poi i tempi della vaccinazione: “Qui dobbiamo vaccinare 180mila persone entro gennaio, con il richiamo a febbraio, ovvero tutto il personale sanitario e i degenti anziani. A marzo – ha poi dichiarato - dobbiamo cominciare con le persone più deboli, gli anziani, chi ha problemi di salute e particolari categorie come le forze dell'ordine e magari anche il personale della scuola". 



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