SOLE 24 ORE

Criminalità: Rimini seconda in Italia per reati denunciati e furti. Comune: Le denunce in provincia sono in calo

Comune di Rimini: "La provincia ha un positivo calo delle denunce alle forze dell’ordine pari a – 7 per cento rispetto all’anno precedente"

Rimini seconda in Italia, dopo Milano, per numeri di reati denunciati. È quanto emerge dalla consueta classifica scattata dal Sole24 Ore sulla base dei dati forniti dal dipartimento di pubblica sicurezza del ministero dell’interno. Emerge un calo generale del 2,4% e la città rivierasca, con 6.430 denunce, si allinea con un 7% in meno rispetto all'anno precedente. Se la troviamo nella parte bassa della classifica per omicidi e tentati omicidi, risale fino al secondo posto – fra Trieste e Bologna - per violenze sessuali, in aumento del 19.6% . In crescita anche le estorsioni che la portano al quarto posto. Calano, invece, rapine, furti con strappo, con destrezza e in esercizi commerciali. Il segno meno in certi casi è consistente ma non abbastanza da farle abbandonare i vertici. Per quel tipo di reati, infatti, si muove fra il terzo e il quarto posto. Scende invece al 13esimo per stupefacenti e al 17esimo per usura. È poi 28esima per furti in abitazione; 33esima per riciclaggio e 42 esima per truffe e frodi informatiche, genere di reato in costante crescita nel Bel Paese, con una media di 500 al giorno. Dopo Rimini troviamo Firenze e Bologna. La città con meno denunce è invece Oristano.   

Dichiarazione dell’amministrazione comunale di Rimini:
“Restano la propensione alla denuncia- evidentemente ancora più forte e sentita nel Nord Italia- e l’impatto statistico dei consistenti flussi turistici sul territorio le principali cause della conferma dei 25 Comuni della Provincia di Rimini nella tradizionale classifica sulle denunce dei reati, pubblicata quest’oggi dal quotidiano ‘Il Sole 24 Ore’. Se la prima motivazione è segnale della tenuta del tessuto civico in relazione all’efficacia delle forze dell’ordine e delle istituzioni, l'importante peso dell’accoglienza turistica sull’area riminese si può leggere in controluce attraverso l’alta posizione in alcune tipologie di reati, per così dire predatori, tipici dei luoghi ad alta concentrazione di ospitalità e più ricchi. Al di là delle disquisizioni sui paradossi o meno della statistica, il dato 2018 merita di essere osservato nella sua sostanza. La provincia di Rimini ha un positivo calo delle denunce alle forze dell’ordine pari a – 7 per cento rispetto all’anno precedente, che in numeri assoluti significa 1.649 reati in meno. Una delle contrazioni più alte registrate in Italia lo scorso anno. Interessante però il trend pluriennale: comprando il quinquennio 2013/2018 la provincia registra una diminuzione di 4.942 reati, pari statisticamente a un – 22,6 per cento. Un progresso evidente e innegabile. Non solo: il dato 2018 è nettamente il più basso dal 2011 e cioè dall’anno in cui la provincia di Rimini ha allargato i suoi confini e la sua demografia con l’ingresso dei 7 Comuni della Valmarecchia, avvicinandosi ai numeri precedenti relativi a un territorio provinciale più ‘magro’ e comunque molto distante dai picchi registrati nella seconda metà degli anni Novanta. Quello che conta, in ogni caso, di statistiche come questa è la tendenza su più anni. E il trend per l’area riminese è chiaramente in discesa dal 2013. Detto ciò, non è certo il caso di lasciarsi andare a facili entusiasmi. Restano infatti sul tappeto tutte le questioni ‘strutturali’ note a tutti, da Roma in giù. E’ utile ancora una volta sottolineare come questi positivi risultati siano frutto della costanza, del lavoro, dell’abnegazione delle forze dell’ordine di stanza in provincia di Rimini, in sinergia e in collaborazione con le 25 amministrazioni comunali, l’amministrazione provinciale e l’associazionismo diffuso (si pensi solo alla straordinaria attività di sensibilizzazione e concreta che portano avanti l’osservatorio sulla criminalità sul fronte del contrasto alle infiltrazioni mafiose e gruppi come Rompi il Silenzio e altri nei confronti dell’emersione del fenomeno della violenza verso le donne). Nonostante promesse, impegni, patti sottoscritti, lo Stato Italiano- titolare per costituzione e per legge delle politiche sulla sicurezza- ha mosso solo pochi e timidi passi, ad esempio, per il passaggio di categoria della Questura che come primo risultato avrebbe l’incremento permanente degli organici di Polizia, uscendo dalla ‘implorazione’ dei rinforzi estivi che ormai in provincia di fermano per poco più di un mese. Sul problema delle sedi, vecchie e nuove, come si dice…abbiamo già dato e detto anche nei giorni scorsi. Alla fine, di tutte questa classifiche restano ogni anno qualche analisi centrata, qualche polemica politica e una considerazione di fondo, la più importante: tutto quello che di buono che si fa in provincia di Rimini sul fronte della sicurezza, ed è tanto di buono vedendo il deciso calo dei reati, va ascritto alla volontà e all’abilità di chi qui opera. Tutti gli altri, non importa coalizione o colore partitico, beh, diciamo che continuano ad essere distratti”.

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