POLITICA ITALIA

Ddl sicurezza, da 1 a 5 anni di reclusione per chi partecipa a rivolte nelle carceri

Il disegno di legge in discussione alla Camera alla ripresa dei lavori parlamentari

Riprende in Aula alla Camera la discussione sul ddl sicurezza: ieri respinti tutti gli emendamenti delle opposizioni all'articolo 1. Il governo ne ha presentato uno che riscrive in parte quello relativo alle rivolte nelle carceri: viene punito con la reclusione da 1 a 5 anni chi partecipa a una rivolta con atti di violenza o minaccia o resistenza all'esecuzione degli ordini impartiti. Per atto di resistenza si specifica che rientrino anche le condotte di resistenza passiva. Ritenuto però ammissibile quello sullo ius scholae presentato dal gruppo di Azione, che tenta così di stanare i deputati di Forza Italia, i quali si erano detti favorevoli alla sua introduzione, per iniziare a scalfire la compattezza della maggioranza. Intanto si parla di manovra, con la sfida a trovare i 10 miliardi di euro mancanti: obiettivo già in salita, dopo i dati Istat sul crollo della produzione industriale. Secondo fonti di maggioranza, sarebbe confermato al 17 settembre l'ok del Consiglio dei ministri al Piano strutturale di bilancio a sette anni, richiesto dalle nuove regole europee. Step successivo, il passaggio in Parlamento. Ma forse anche per questo, potrebbe slittare di qualche giorno l'invio del Piano a Bruxelles, finora fermo alla scadenza del 20 settembre.

Nel video le interviste a Leonardo Donno, deputato Movimento 5 Stelle; Augusta Montaruli, deputata Fratelli d'Italia

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