GOVERNO ITALIANO

Draghi insiste, la scuola resta aperta: "Non ha senso chiuderla senza toccare tutto il resto"

Il presidente del Consiglio ha spiegato le logiche dell'ultimo decreto: "Siamo in questa situazione perché c'è chi non si è vaccinato"

Il presidente del Consiglio Draghi ha voluto spiegare in prima persona le ragioni delle ultime decisioni varate col più recente decreto che introduce l'obbligo vaccinale. La situazione è diversa da quella dello scorso anno, ripete il presidente Draghi, grazie all'oltre 80% di persone che si sono vaccinate, e il 40% che ha già fatto anche la terza dose. E' una piccola minoranza, quella dei non vaccinati, che pure occupa i due terzi delle terapie intensive, ribadisce anche il ministro della Salute Speranza che mostra un esplicativo grafico a tal proposito. Ecco come si spiega la decisione di obbligare al vaccino gli over 50: sono le persone che a non vaccinarsi rischiano di più. Inoltre la scuola: deve restare aperta in presenza, insiste Draghi. Per il ministro dell'Istruzione Bianchi c'è appena uno 0,72% di docenti che non si è vaccinato, al momento il 6% sul totale è assente per Covid, gli studenti sono al 4%. “La Dad – conclude Draghi – crea disuguaglianze tra studenti e tra nord e sud, che si rifletteranno su tutta la loro vita lavorativa, va usata solo in caso di emergenze drammatiche”.
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 Il vaccino contro Omicron sarà pronto a marzo, annuncia Pfizer, mentre l'Ema ha iniziato a valutare l'immissione in commercio del medicinale antivirale orale Paxlovid. E' di oltre 101mila l'incremento (101.762), dovuto al consueto minor numero di tamponi della domenica; 223 i decessi e quasi 700 (693) i ricoveri, che superano i 16mila (+11 terapie intensive). In Emilia Romagna oltre 14mila nuovi casi (14.194), con 16 decessi, di cui uno anche in provincia di Rimini (una donna di 78 anni) e dove i casi in più sono quasi 1700 (1.677); oltre duemila ormai i ricoveri ordinari, 114 in più (2.043 totali). A tal proposito interviene l'assessore alla Salute Raffaele Donini per sottolineare come nelle ultime settimane ci sia stata una “progressione rilevantissima dell'incidenza, passata da 500 casi ogni centomila abitanti a quasi 2.000. Un conto – ha aggiunto – è far fronte a una quota di ricoveri dell'1,5% di poche centinaia di casi, un altro è l'1,5% di un denominatore in costante e veloce ascesa, che determina un numero di ospedalizzazioni che rischia di mettere in difficoltà le nostre strutture ospedaliere”. Resta costante, peraltro, il 75% di terapie intensive che riguarda persone non vaccinate.
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