Emilia-Romagna, ok al protocollo: i centri estivi possono partire
L'Emilia-Romagna ha dato il proprio benestare al protocollo per la riapertura, già da lunedì 8 giugno, dei Centri estivi destinati ai bambini e ragazzi tra i 3 e i 17 anni. Nei prossimi giorni il documento sarà recepito da un’ordinanza del presidente Stefano Bonaccini. Fra le principali misure previste e da adottare: attività da svolgersi preferibilmente all’aperto, bambini e adolescenti organizzati in piccoli gruppi e seguiti sempre dagli stessi educatori senza mescolanze tra gruppi, entrate e uscite scaglionate, triage all’ingresso, attenzione ai contatti, pulizia e disinfezione costante degli ambienti e dei materiali. Non si potranno organizzare feste di fine corso nei centri estivi, ma le attività dei bambini potranno essere documentate con video da consegnare alle famiglie.
“Abbiamo ritenuto di compendiare le linee generali sui centri estivi dedicando uno specifico paragrafo alle attività motorie e sportive”, sottolinea Giammaria Manghi, capo segreteria politica della presidenza di Giunta. “Tradizionalmente in Emilia-Romagna le attività estive dedicate a bambini e ragazzi si caratterizzano con l’attività fisica e, soprattutto in questa fase, va sottolineata la loro importanza per migliorare le condizioni di salute, promuovere il benessere psicologico, della popolazione infantile dopo il periodo di lockdown”.
“Assieme al presidente Bonaccini – afferma Elly Schlein, vicepresidente e assessora al Welfare - abbiamo più volte ribadito l’esigenza di accompagnare la ripresa delle attività economiche e lavorative con la graduale ripresa dei percorsi educativi e di socialità di bambini e adolescenti, sostenendo in questo modo anche le famiglie nella gestione del carico di cura e dei figli, che in questi mesi hanno gravato in modo innegabile unicamente sulle loro spalle, in particolare delle donne. E non ci possiamo permettere passi indietro su un tema di fondamentale importanza e attualità come quello della conciliazione dei tempi di cura e di lavoro”. “Non solo – prosegue - perché i bambini e i ragazzi hanno bisogno di riprendere gradualmente la socialità, e al tempo stesso va tutelato il lavoro dei nostri educatori e delle nostre educatrici, che rappresentano un vero patrimonio sociale. Siamo pronti a partire, dunque, e a farlo in sicurezza”. “Infine - conclude la vicepresidente - vogliamo ribadire che stiamo lavorando a soluzioni anche per la fascia d’età 0-3 anni: il Comitato tecnico scientifico nazionale ha chiesto qualche altro giorno per integrare, come da richiesta fatta insieme alle Ministre Bonetti Azzolina, le Linee guida nazionali in favore dei servizi ai più piccoli. Non si può lasciare la fascia 0-3 anni sguarnita di risposte fino a settembre”.